- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

La pandemia da coronavirus ha colpito in maniera indiretta anche gli investitori, che si domandano verso dove convenga rivolgere lo sguardo. Una prima risposta potrebbe essere rappresentata dai beni rifugio storici come il platino, l’argento e ovviamente l’oro: sono quelli su cui ripiegano gli investitori nel tentativo di mettersi al riparo dagli effetti della volatilità e prevenire le conseguenze delle crisi ricorrenti. Va detto che il prezzo dell’oro già nei mesi che hanno preceduto il contagio in Europa aveva raggiunto i suoi livelli più elevati. Che cosa è successo dopo la diffusione dell’emergenza sanitaria? Una semplice riduzione del prezzo dell’oro, e non la rincorsa ai metalli preziosi che ci si sarebbe attesi. Ciò non toglie, comunque, che investire in oro sia ancora vantaggioso. Nel giro di breve tempo, infatti, il suo valore potrebbe tornare a risalire, o almeno ritrovare una certa stabilità. Insomma, per proteggersi dall’inflazione e dalla volatilità l’oro continua a restare il bene rifugio per antonomasia, prezioso e raro: in sintesi, dotato di un valore intrinseco.

Gli investimenti nel lungo periodo

Investire mediante strategie infallibili non è così semplice di fronte a un mercato azionario che risente degli effetti del Covid-19 in tutto il mondo. La volatilità e l’incertezza sono i tratti distintivi che governano questo periodo, ma i più ottimisti sono convinti che la crisi da coronavirus potrebbe favorire la comparsa di uno spiraglio utile per investire su quei titoli che nell’avvenire potrebbero proporsi di nuovo come molto redditizi. I prezzi più bassi che sono il frutto del crollo andato in scena nel corso degli ultimi giorni potrebbero attirare l’attenzione di coloro che hanno in mente di acquistare azioni e di conservarle allo scopo di guadagnare sul medio e sul lungo periodo. Per esempio le azioni di Google, di Facebook o di Netflix promettono rendimenti molto elevati: ma forse sarebbe stato meglio averle in portafoglio già prima.

Il trading intraday

Chi ha una certa esperienza nel settore del trading può provare a mettere in pratica il trading intraday: si tratta di una strategia secondo la quale i titoli vengono comprati e venduti nel brevissimo termine. I titoli e gli indici vengono spostati da una direzione a quella opposta in modo rapido in queste settimane in cui la situazione dei mercati è condizionata da notizie spesso contrastanti a proposito del coronavirus. Il trading intraday, in sostanza, permette di approfittare della notevole volatilità che caratterizza il mercato in questo momento allo scopo di ricavare un profitto dal modo in cui i mercati reagiscono alle notizie.

Le monete virtuali

Un altro campo che è fonte di dubbi e di interrogativi per gli investitori è quello delle monete digitali. La pandemia da coronavirus ha messo in evidenze che le valute virtuali almeno per il momento non possono essere considerate un bene rifugio. Il motivo è presto detto: non solo non esiste alcun corrispettivo fisico che possa essere concretamente detenuto, ma soprattutto dietro le criptovalute non ci sono garanti. Tale situazione ha contraddetto quello che diversi analisti del settore andavano affermando da lungo tempo, e cioè che il bitcoin avesse tutte le caratteristiche per essere considerato un bene rifugio nuovo, al pari dello yen giapponese, del franco svizzero o dell’oro. Tuttavia, a differenza di quel che si prevedeva, non ci sono stati acquisti consistenti.

La situazione delle criptovalute

Tutte le monete virtuali, tra cui il bitcoin, hanno risentito in modo negativo del clima di incertezza che sta attraversando l’economia in queste settimane. Sono significativi i ribassi patiti dal litecoin, dal bitcoin e da tutte le altre valute digitali principali, anche a causa della volatilità più elevata che contraddistingue da sempre tali strumenti di investimento. Si è potuto verificare che il bitcoin non beneficia ancora della necessaria dose di fiducia da parte degli investitori, che magari lo comprano per sentito dire ma non lo conoscono veramente. E così, nel momento in cui si palesano le prime incertezze, il desiderio di ritornare al contante spinge a vendere tutto.

Le prospettive per il futuro

Adesso che la curva dei contagi ha cominciato a scendere e che il numero di guariti è maggiore del numero di persone infette, il FTSE MIB potrebbe riprendere per effetto del segnale di fiducia. In ogni caso la ripresa deve essere studiata con attenzione. Il calo della domanda ha determinato una diminuzione della produzione che si potrebbe tradurre in perdite rilevanti per le più importanti società quotate. Eccezion fatta, ovviamente, per alcuni titoli farmaceutici che potrebbero crescere.