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L’epidemia è in rapido peggioramento, con rapidità di progressione maggiore in alcune Regioni italiane. La situazione descritta nel report settimanale delle Regioni a cura della Cabina di Regia evidenzia segnali di criticità dei servizi territoriali e del raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali di diverse Regioni.

Sono necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità nonché l’attuazione delle altre misure già previste nel piano “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di trasmissione per il periodo autunno-invernale”. L’Istituto Superiore di Sanità invita nuovamente le Regioni a realizzare una rapida analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e a considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette.

È fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. L’Iss ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine.

L’evidenza di casi rapidamente in aumento, con Rt nazionale di 1,5,indicano una situazione molto grave e rischio criticità in molte Regioni. Questa la situazione in Italia: Abruzzo 1,5, Calabra 1,29, Campania 1,45, Emilia Romagna 1,52, Friuli Venezia Giulia 1,38, Lazio 1,38, Liguria 1,46, Lombardia 1,64, Marche 1,47, Molise 1,45, PA Bolzano 1,80, Piemonte 1,83, PA Trento 1,26, Puglia 1,52, Sardegna 1,16, Sicilia 1,28, Toscana 1,51, Umbria 1,69, Valle d’Aosta 2,37, Veneto 1,54.