“I dati diffusi oggi dall’Istat confermano un segnale incoraggiante per il Mezzogiorno: nel 2023 il Pil è cresciuto dell’1,5%, superando la media nazionale e dimostrando che, laddove vi siano investimenti e politiche mirate, il Sud è in grado di esprimere pienamente il proprio potenziale. Un risultato che va letto anche alla luce delle misure messe in campo dal Governo, come gli investimenti previsti dal PNRR, le semplificazioni e le agevolazioni fiscali volte a favorire gli investimenti nel Mezzogiorno, che stanno iniziando a produrre effetti concreti sul territorio. Tuttavia, non possiamo ignorare il persistere di un divario in termini di Pil pro-capite, reddito disponibile e qualità dei servizi, soprattutto nell’ambito dell’infanzia e del welfare sociosanitario. È necessario, pertanto, rafforzare gli sforzi per colmare i divari territoriali, attraverso un piano straordinario per l’occupazione, il rilancio dell’industria, il rafforzamento dei servizi pubblici essenziali e un maggior coordinamento tra Stato e Regioni. La necessità di superare il gap infrastrutturale con il Nord rende necessario un intervento sulle grandi opere, prima fra tutte il Ponte sullo Stretto di Messina, in modo da permettere la continuità territoriale alla Sicilia, per collegarla all’Italia e favorire uno sviluppo omogeneo in tutto il Sud Italia. Il Mezzogiorno rappresenta una risorsa strategica per lo sviluppo complessivo del Paese. Occorre, dunque, proseguire su questa strada, incrementando le misure a sostegno della crescita inclusiva, della coesione sociale e della valorizzazione delle competenze e delle infrastrutture. Solo così sarà possibile garantire uno sviluppo equo, capace di dare prospettive concrete soprattutto ai giovani e alle famiglie del Mezzogiorno”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale UGL, commentando i dati dell’Istat in audizione alla Camera sul federalismo fiscale.
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Istat. Paolo Capone, Leader UGL: “Crescita Mezzogiorno segnale positivo, ora rafforzare investimenti e coesione sociale”

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