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Torino – L’arrivo di Sarri in estate alla corte della Juventus aveva generato parecchi malumori nei cortili e corridoi bianconeri. Soprattutto fra i tifosi serpeggiava quel malumore sopito dopo l’arrivo cinque anni prima di Allegri, salvo ricredersi in molti di loro, in seguito ai felici risultati del tecnico ex Milan alla Juventus. Con l’ex Napoli invece il discorso sembrava ben più serio, con un precedente napoletano del buon Maurizio che faceva storcere il naso ai più, soprattutto per via di qualche gestaccio e parola di troppo dell’allora tecnico partenopeo nei confronti proprio della sua attuale squadra.

Tutto dimenticato? Non proprio, soprattutto se al suo arrivo non è nemmeno coinciso quel cambio di ritmo e gioco che i suoi detrattori erano leciti attendersi, sulla base del curriculum di Sarri. È vero, i risultati sono quello che contano, soprattutto se vesti il marchio Juve: eppure, che questa squadra non esalti dal punto di vista del gioco, piace poco e offre ulteriore materiale di critica a chi già non vedeva di buona luce il suo arrivo a Vinovo.

Come dimostra un accurato studio sul possesso palla realizzato da bwin, la Juventus nel rapporto passaggi riusciti e concessi (marchio di fabbrica dovrebbe essere del gioco Sarriano) non solo non è nemmeno nella top ten europea, ma addirittura non ha la leadership in Italia. Davanti ai bianconeri troviamo infatti lo splendido Crotone di Stroppa: l’ex allenatore del Foggia infatti ha saputo portare quel possesso palla offensivo in Calabria tipico del gioco di Sarri, permettendo ai pitagorici di portarsi in piena zona promozione e di sognare nuovamente la Serie A dopo due anni di lungo purgatorio.

Una Juve che non spicca nemmeno per passaggi e occasioni concesse, a livello italiano: la Juventus capolista infatti a lungo non è stata la miglior difesa del campionato, superata persino dal Verona e a inizio campionato dall’Inter, salvo riprendersi strada facendo. Il grave crack di Chiellini non ha sicuramente aiutato, con un inserimento di De Ligt che da graduale è stato improvviso, con quegli incidenti di percorso tipici di un ragazzo così forte sì, ma ancora molto giovani.

La Juve di Sarri per ora non ingrana, ma vince ed è ancora la grande favorita dei bookmakers per la vittoria della Serie A, un aspetto che dovrebbe far preoccupare tutte le rivali nel momento in cui oltre i punti arriveranno anche prestazioni a cui Sarri ci ha saputo ben abituare fra Empoli, Napoli e Chelsea. Già nella sua ultima esperienza si era però intravista la capacità del tecnico toscano di adattarsi ai giocatori, al tipo di calcio e ad un pragmatismo che poco si era intravisto, soprattutto a Napoli.

Unico comune denominatore di tutte queste esperienze e che prosegue alla Juventus, è rappresentato dalla poca fiducia di Sarri nei confronti del turnover: un aspetto che potrebbe pagare caro a lungo raggio, sul finire decisivo della stagione.