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Con una lunga lettera pubblicata su Facebook, i genitori del piccolo Alessandro Maria Montresor hanno ringraziato tutte le persone che si sono mobilitate e che li hanno aiutati a superare un momento così difficile per tutta la famiglia. “Ringraziamo tutti coloro che ci hanno donato un sorriso, regalato una speranza ed insegnato che si deve sempre lottare anche quando la vita cerca sempre di buttarti al tappeto continuando ignobilmente a riservarti prove difficilissime.” La famiglia ha ringraziato, oltre ai medici, anche i giornalisti che hanno dato spazio alla loro storia e Mark Zuckerberg per aver inventato Facebook, dove si è diffuso maggiormente l’appello da loro lanciato: “Abbiamo assistito al trionfo della scienza e della solidarietà.” 

Il bimbo di diciotto mesi, da tutti conosciuto come Alex, nato a Londra da papà Paolo veronese e mamma Cristiana di Napoli, era affetto da una rara malattia genetica, la Linfoistiocitosi Emofagocitica, e necessitava di un trapianto di midollo osseo per sopravvivere. E’ partita così una gara di solidarietà: migliaia di volontari che si sono sottoposti nelle piazze di Napoli, Caserta, Benevento, Salerno e Avellino, – ma anche nel resto dell’Italia – a un prelievo di sangue per testare la propria compatibilità. Alex è stato poi finalmente sottoposto al trapianto di cellule staminali emopoietiche da genitore. L’intervento è riuscito perfettamente e il piccolo ora è a casa. Le cellule del padre, manipolate e infuse nel bambino, afferma l’Ospedale nel quale è stato operato il bimbo, a distanza di 1 mese dal trapianto “hanno perfettamente attecchito”. 

La lettera: “Ciao a tutti, adesso che con mamma e papà siamo più che mai pronti ad affrontare anche questa seconda fase del percorso trapiantologico, ritenevamo doveroso ringraziare, una ad una, tutte le persone che abbiamo conosciuto nella nostra avventura e che ci hanno donato un sorriso, regalato una speranza ed insegnato che si deve sempre lottare anche quando la vita cerca sempre di buttarti al tappeto continuando ignobilmente a riservarti prove difficilissime.

La forza che ci avete trasmesso con i vostri messaggi, con le vostre preghiere, con i vostri sorrisi e con i vostri abbracci è stata per noi un stimolo a non mollare.

Non vi conosciamo tutti personalmente, ma avete tutti conquistato, indistintamente, parte del nostro cuore e sarete sempre parte della nostra vita, sebbene avrei preferito che le nostre strade si fossero incrociate in maniera diversa.

Tante volte mi sono chiesto perché a me, cosa avessi fatto di male per meritarmi tutta questa sofferenza, e solo ora l’ho capito: dovevo essere testimone del successo della scienza, del trionfo della solidarietà, del primato dell’amore e della vittoria su di una malattia genetica rara come la Linfoistiocitosi Emofagocitica che mi voleva strappare da tutti voi.

Il primo ringraziamento va a tutti i vecchi, i nuovi e i futuri iscritti al registro dei donatori di midollo osseo, a tutti quelli che per me rappresentano i veri super eroi di questa avventura, non solo per un giorno, ma per tutta la vita. Unitamente ai genitori di questi vecchi, nuovi e futuri iscritti al registro dei donatori di midollo osseo, perché alla fine la “cultura del dono” fa parte dell’educazione che un genitore impartisce ai propri figli.

Grazie anche a chi non potendo iscriversi ha condiviso l’appello lanciato da mamma e papà, siete in troppi, non riuscirei mai a fare un elenco senza dimenticarne più di uno di sicuro.

Grazie a Mark Zuckerberg per aver inventato Facebook, e grazie ai giornalisti che hanno dato spazio alla mia storia rispettando il momento di quiete che mamma e papà, assieme ai medici, hanno richiesto nel momento più complesso e difficile.

Grazie ad Alessandro Iapino, responsabile dell’ufficio stampa dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, per aver gestito in maniera eccellente il flusso comunicativo con l’esterno, mantenendo inviolata la nostra privacy.

Un ringraziamento di cuore all’ADMO (ed in particolare al presidente Rita Malavolta e a tutti i suoi diretti collaboratori) e a tutti i volontari che per la campagna “Match4Alessandro Match4All” non si sono risparmiati nell’organizzare e nel dirigere eventi in decine e decine di piazze italiane (dal Nord al Sud d’Italia, dall’Est all’Ovest della penisola, Isole incluse). E mi dispiace per davvero di avervi mandato in tilt sia il sito web che il centralino telefonico. Non vi siete fermati davanti a nulla, siete stati incredibili… “.