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Hanno indirizzato una lettera ad Antonio e Marianna Guarino, i genitori di Giovanni, il ragazzo non ancora diciannovenne ucciso con una coltellata al cuore durante una lite scoppiata nella zona del quartiere Leopardi di Torre del Greco (Napoli). A scriverla i giovani che aderiscono al presidio di Libera di Torre Annunziata, la città nella quali risiedono i due quindicenni fermati per l’omicidio del ragazzo e il ferimento dell’amico e coetaneo. ”Ci uniamo al vostro dolore – le loro parole – il vostro grido di giustizia per Giovanni è anche il nostro. Abbiamo bisogno di sentirci accompagnati di sapere che un futuro è possibile. La notizia che dei giovani della nostra città abbiano potuto compiere un gesto tanto efferato ci sgomenta e ci fa dire con chiarezza che ci è estraneo. Siamo giovani che con impegno non vogliamo arrenderci e vogliamo sperare, nonostante il contesto esterno non ci aiuti. Il dolore ci assale e ci toglie il respiro ma resistiamo. In questi anni abbiamo dovuto piangere diversi morti: Maurizio Cerrato, Antonio Morione e in questi giorni ricorre l’anniversario di un altro giovane come noi, Luigi Cafiero, che per mano della camorra fu ucciso il 21 aprile 1982 semplicemente perché fu scambiato per un’altra persona”. “Giovanni non è morto invano – scrivono ancora i giovani del presidio Libera di Torre Annunziata – e lo porteremo sempre nei nostri cuori. Sarà il nostro punto di riferimento, sarà la memoria che diventa impegno per una società diversa. Chiediamo alla famiglia di Giovanni di poterci incontrare nei tempi e nei modi che lei deciderà. Ci teniamo a sottolineare che a Torre Annunziata ci sono tanti giovani che vi sono a fianco e vi sostengono perché la violenza non ci appartiene, anzi la combattiamo: lo abbiamo gridato forte anche il 21 marzo, quando con il presidio di Libera siamo andati a Napoli, lo affermiamo forte quando non ci arrendiamo ma lottiamo ogni giorno con il nostro impegno. Chiediamo alle istituzioni di accompagnarci, di non lasciarci soli. Chiediamo che si ristabilisca la giustizia sociale nei nostri territori perché non vogliamo piangere altri morti. Torre del Greco e Torre Annunziata devono vivere. Basta con la violenza, abbiamo bisogno di pace”.