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Liliana Cavani spegne 90 candeline. Qualche giorno fa il taglio di una grande torta bianca nella Sala della Crociera del ministero della Cultura in compagnia dei colleghi Paolo Sorrentino, Paolo Virzì, Pupi Avati, Michele Placido, Susanna Nicchiarelli, Marco Bellocchio e Cristina Comencini insieme con il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano e il sottosegretario Vittorio Sgarbi.
La regista, nata a Carpi in provincia di Modena il 12 gennaio 1933, sta passando questi giorni di celebrazioni per il suo compleanno facendo quello che ama di più: un film. E’ infatti al montaggio del suo ultimo progetto ‘L’ordine del tempo’ tratto dall’omonimo libro di Carlo Rovelli, lo scienziato conosciuto per la teoria della gravità quantistica a loop. Il lungometraggio, con protagonisti Alessandro Gassmann e Claudia Gerini, è stato girato nei mesi di settembre e ottobre a Sabaudia e racconta la storia di un gruppo di amici di vecchia data che ogni anno si ritrovano tutti insieme in una villa sul mare per festeggiare il compleanno di uno di loro. Durante i festeggiamenti la comitiva apprende una notizia terribile: il mondo, così come lo conosciamo, potrebbe finire nel giro di poche ore.
Il lasso di tempo che li separa dall’apocalisse sembra passare in modo diverso, talvolta veloce e altre volte eterno, mentre il gruppo di amici affronta le sue ultime ore in una notte estiva che cambierà per sempre le loro vite. 

Tra le prime donne nel nostro Paese a fare la regista, la Cavani non ha mai nascosto le difficoltà che ha incontrato nella professione: “Se una donna fa un film e lo sbaglia, difficile che abbia altre possibilità, se sei un uomo e sbagli ci riprovi subito, ma se questo è vero per la mia epoca ora il clima mi sembra un po’ cambiato. Dobbiamo – ha aggiunto – sentirci capaci di fare tutto quello che vogliamo. Questo è il sentimento che va provato, almeno questo è per me. Le donne fanno bene ogni volta che parlano di sé e del diritto alla libertà e allo studio”.