La Lipu ha inviato una nota di risposta a quella dell’Anev sull’ ultima puntata della fiction Rai Imma Tataranni andata in onda nei giorni scorsi.
Nella fiction è riportato magistralmente in chiave romanzata e sintetica un frammento realistico dei caratteri invasivi dell’eolico, – riferisce la Lipu – dell’agonia paesaggistico territoriale, dell’ingiustizia e dell’inquinamento morale con cui questa tecnologia colpisce vaste aree del Mezzogiorno.
Insediamenti senza concertazione, rumore assordante, bellezza del territorio trasformato, uccelli colpiti dai rotori eolici sono stati gli argomenti descritti degli attori.
Un passaggio più unico che raro sullo schermo televisivo considerando 20 anni di omertà dei grandi media e del servizio pubblico sullo scempio del Sud, con un qualunquismo imperante nei talk nazionali, estromettendo chi è costretto ad ospitare questi impianti.
Sconcertante, quindi, la reazione scomposta dell’Anev (l’Associazione degli industriali del vento) che, per una volta, ha visto minato il condizionamento mediatico che esercita e ha attaccato la serie televisiva RAI a sostegno dell’eolico. Una richiesta di censura intollerabile.
Quella dell’ANEV è la reazione di chi difende un business lucrosissimo (tra sussidi ed extra profitti) irrispettoso di una crisi economica senza precedenti. Per di più con la maschera da salvatori del mondo, a dispetto di una analisi energetica sull’eolico che in Italia è impietosa: gli 11.000 MW di capacità eolica contribuiscono per circa l’1,5% di tutto il fabbisogno energetico complessivo della Nazione (elettrico, termico, trasporti, ecc).
Esprimiamo gratitudine per i quattro minuti di fiction che hanno interpretato la realtà e il diffuso risentimento delle popolazioni meridionali sull’eolico – dichiara Enzo Cripezzi, referente LIPU per Puglia e Basilicata – nonché piena solidarietà a regia, sceneggiatori e interpreti della fiction di Imma Tataranni per l’attacco dell’ANEV.
Anche noi – concludono alla LIPU – per ragioni opposte all’ANEV, chiediamo un riscontro urgente ai vertici RAI e alla prossima Commissione parlamentare di Vigilanza della TV pubblica. paradossalmente quella tratteggiata nella fiction è stata solo una goccia di verità, troppo poco.