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 “Da De Mita a De Luca, passando per Scilipoti e Berlusconi. Se c’era bisogno di un voltagabbana professionista alla corte di De Luca, non poteva essere individuato personaggio migliore di Bruno Cesario. Degno erede di Franco Alfieri, che vanta il singolare primato di aver affossato l’agricoltura in Campania da delegato regionale nel settore, Cesario è ricordato per aver tenuto in piedi il quarto Governo Berlusconi, sebbene fosse stato eletto nelle fila del centrosinistra. E il generoso premier, nella sua magnanimità, non mancò di ricompensarlo, nominandolo sottosegretario all’Economia”.

Così il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle. “Demitiano, rutelliano, piddino, scilipotiano, berlusconiano, fondatore di quel grottesco gruppo denominato dei “responsabili”, la coerenza di Cesario – sottolinea Ciarambino – venne maldigerita dagli elettori, che lo bocciarono alle urne nel 2013, quando tentò una nuova scalata al Parlamento sotto le insegne del Popolo della Libertà. Bocciatura che si ripeterà due anni più tardi. Folgorato sulla via di Nusco, il figliol prodigo Cesario se ne era tornato alla corte del suo primo mentore De Mita che lo convinse a tentare la corsa alle regionali con l’Udc e a contribuire alla volata di De Luca a Palazzo Santa Lucia. Fallendo miseramente l’obiettivo di uno scranno in Consiglio. Ma il tempo è galantuomo anche per uomini come Cesario, oggi che il re delle poltrone ha preso degnamente il posto del signore delle fritture di pesce”.