- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

E’ bastata una mail, con sole quattro righe di testo, a mandare a monte anni di militanza anti-casta. Era una dura e pura, Carla Ruocco, deputata napoletana del Movimento Cinque Stelle. Oggi è una dei tanti. Dei tanti privilegiati che al privilegio non rinunciano mai. Di più: lo pretendono. Ai militanti, in campagna elettorale, serviva le pizze al ristorante. Per dimostrare che era uno di loro. Che la distanza tra rappresentante e rappresentato era un clichè. Residuato da Prima Repubblica. Altri tempi, altro contesto. Sulle sue t-shirt, adesso, le frasi da pasionaria lascerebbero campo al più classico dei “lei non sa chi sono io”.

I fatti sono noti, facili da esporre e non oggetto di interpretazioni. Il Cerimoniale di Montecitorio, lo scorso 17 gennaio, inviava a tutti i deputati l’invito a un convegno sulla Shoah.

Buongiorno, per la Presidente On. Carla Ruocco è stato riservato un posto tra le autorità?” – la replica giunta dagli uffici della deputata pentastellata. Ma come? Cos’è questa abbondanza di titoli? Presidente, Onorevole, Autorità… roba da Megadirettore in stile fantozziano: non è più la Ruocco una semplice e umile ‘portavoce’?

Evidentemente no. L’unica cosa che torna ad “umanizzarla” è l’errore. Quello commesso in risposta all’invito. La richiesta di un posto in prima fila, infatti, è stata per sbaglio inoltrata a tutti i parlamentari.

Un rigore a porta vuota per i suoi avversari: la mail dell’Autorità ha cominciato a fare il giro del Palazzo, poi quello del web e infine è arrivata su tutti i giornali.

Il ‘caso’ ha creato imbarazzo nel Movimento Cinque Stelle, si legge nelle cronache dei retroscenisti. Neanche più di tanto, sottolineano altri. Qualcuno, ancor più maligno, legge nell’accaduto la nemesi di un movimento partito per aprire il Parlamento come una scatola è finito per fare la fine del tonno.

Certo è che le citazioni cinematografiche si sprecano. Frequentando i luoghi del potere romano, Carla Ruocco ha assunto le sembianze del mitico Marchese del Grillo: “Perché io so io e voi non siete… “.

Noi che siamo ancora “gli altri”, rispondiamo come Totò fece con un illustre collega della grillina, l’Onorevole Trombetta: “Cos’è lei? Onorevole? Ma mi faccia il piacere!”.