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Si sente parlare sempre più spesso del controllo delle caldaie e del bollino blu, ma di cosa si tratta con esattezza? Ebbene, partiamo proprio dal Bollino Blu che viene rilasciato solo ed esclusivamente da parte di un tecnico comunale. A cosa serve? Semplicemente a fungere da certificazione in merito al corretto funzionamento dell’impianto, non solo per quanto riguarda l’aspetto legato alla sicurezza, ma anche in riferimento all’inquinamento.

Quindi, è bene anche avere una conoscenza perfetta delle tempistiche con cui portare a termine questo tipo di verifica. Infatti, il controllo dei fumi deve essere eseguito con una cadenza compresa tra uno e quattro anni, in relazione ovviamente a un aspetto ben determinato, ovvero la tipologia di alimentazione. In questo caso, è fondamentale affidarsi a qualcuno che conosce a fondo il tema della manutenzione delle caldaie e ha esperienza con ogni tipo di impianto, a partire dalle caldaie Beretta.

Che cos’è il Bollino Blu

Si tratta a tutti gli effetti di una certificazione che permette di assicurare che sia la caldaia che l’impianto rispettino quanto previsto da parte della legge, non solo in riferimento all’efficienza energetica, ma anche dal punto di vista dei livelli di inquinamento così come della sicurezza.

Per giungere a una simile rassicurazione serve chiaramente portare a termine una serie di test e analisi che riguardano i fumi della caldaia, la pressione e il bruciatore. In questo modo, si può andare alla ricerca eventualmente della presenza di sostanze tossiche o che possono avere un impatto inquinante maggiore.

Tale bollino si trova in allegato con il libretto dell’impianto della caldaia, ma viene rilasciato solo ed esclusivamente in seguito alla verifica positiva che deve essere svolta, come detto in precedenza, da parte di un tecnico che è specializzato e che viene individuato dal Comune. Chi ha l’obbligo di contattarlo per portare a termine tale controllo? Il proprietario dell’immobile o, se la casa è in affitto, tale onere incombe sull’inquilino, piuttosto su cui amministra l’immobile.

Norme di legge e tempistiche da rispettare

Questo controllo dei fumi, che fa parte della manutenzione di una caldaia, è chiaro che si ricollega a delle norme di legge ben precise, che prevedono anche le modalità con cui debba verificarsi il rilascio del Bollino Blu. La norma di cui stiamo parlando è il Decreto Legislativo 192 del 2005.

Tale previsione normativa mette in evidenza come il controllo dei fumi di tali impianti debba essere portato a termine con una frequenza che va da 12 a 48 mesi. Proviamo a capire quali sono gli aspetti che incidono in tal senso: si tratta, senza ombra di dubbio, della capacità che caratterizza l’impianto e del combustibile che va a sfruttare la caldaia.

In base alla normativa che è attualmente in vigore, il controllo dei fumi deve essere effettuato con una cadenza pari a 48 mesi per quanto riguarda gli impianti che funzionano a GPL oppure a gas metano. Per quanto riguarda, invece, gli impianti termici che funzionano a combustibile liquido e che hanno un livello di potenza che da 10 fino a 100 kW, il controllo dei fumi deve essere svolto ogni 24 mesi. Infine, in riferimento alle caldaie che hanno un livello di potenza che va oltre i 100 kW annui, ecco che il controllo dei fumi deve essere necessariamente svolto ogni anno.

È bene sempre mettere in evidenza come il controllo dei fumi non debba essere considerato un’attività alternativa rispetto alla manutenzione ordinaria. Infatti, nel secondo caso, si tratta di una serie di interventi che hanno come scopo principale quello di agire in via preventiva rispetto all’insorgere di danni e guasti alla caldaia. Il controllo dei fumi che serve al rilascio del Bollino Blu, invece, rappresenta un obbligo previsto dalla legge.