Ottantacinque euro a mese: è quanto ha speso in media nell’anno scolastico in corso una famiglia campana per la mensa di un figlio, sia per la scuola dell’infanzia sia per quella primaria. La regione mediamente più costosa è l’Emilia Romagna, con 108 euro mensili (lo scorso anno era la Basilicata), mentre quella più economica – come nell’anno scolastico precedente – è la Sardegna, con 61 euro nell’infanzia e 64 nella primaria. È quanto si evince dall’ottava indagine sulle mense scolastiche con la quale Cittadinanzattiva ha analizzato, per tutti i capoluoghi di provincia (ad eccezione di Trento e Bolzano perché le due province autonome calcolano le tariffe su indicatori diversi dall’Isee e non comparabili con le altre regioni), quanto paga una famiglia composta da tre persone, due genitori e un figlio minore, con un reddito lordo annuo di 44.200 euro e un Isee di 19.900 euro. Nel calcolo della quota annuale del servizio di ristorazione scolastica si è ipotizzata una frequenza di venti giorni mensili per un totale di nove mesi, escludendo eventuali quote extra, annuali o mensili. Anche quest’anno si registra un incremento delle tariffe, seppur poco rilevante (circa l’1%), ma con variazioni più significative a livello regionale. Secondo l’anagrafe nazionale, più di un terzo degli edifici scolastici, ossia 13.865 su 40133, è dotato di locale mensa. La distribuzione però non è omogenea: infatti nelle regioni del sud poco più di un edificio su cinque dispone di una mensa scolastica (22% al Sud, 21% nelle Isole); la quota scende al 15,6% in Campania (è al 13,7% in Sicilia). La differenza con le regioni del centro e del nord è molto evidente: 41,2% e 43,1% rispettivamente sono gli edifici dotati di mensa scolastica in quelle aree. Il report, disponibile sul sito web di Cittadinanzattiva, presenta anche una disamina dei fondi messi a disposizione con il Pnrr nei vari territori per le mense scolastiche. In Campania le nuove costruzioni grazie a questi finanziamenti sono state 52, mentre gli ampliamenti sono stati 18. Sette quelle demolite e ricostruite con i soldi del piano nazionale di ripresa e resilienza, 25 le manutenzioni straordinarie, c’è una nuova fornitura e 21 recuperi. Tre infine le mense interessate da lavori di riqualificazione, riconversione e messa in sicurezza, per un totale di interventi legati al Pnrr pari a 127. Stando ancora ai dati relativi alle province campane, il costo del pasto sia per la scuola dell’infanzia sia per le primarie risulta più elevato ad Avellino (pasto giornaliero 4,55 euro, che al mese fa 91 euro e all’anno 819), mentre è Napoli la più economica: 3,80 euro per singolo pasto, 76 per la spesa mensile, 684 euro quella annuale.
Mense scolastiche, famiglie campane spendono 85 euro al mese

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