L’Italia continua a contare i propri morti sul lavoro. Nei primi nove mesi del 2025 le vittime sono 784, otto in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Un bilancio drammatico che conferma la persistenza di una vera e propria emergenza nazionale.
Secondo i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, da gennaio a settembre sono stati 575 i decessi in occasione di lavoro e 209 quelli in itinere, avvenuti cioè nel tragitto casa-lavoro.
Oltre la metà del Paese è ancora in zona rossa o arancione per rischio infortunistico. Le regioni più colpite restano Lombardia, Veneto, Campania, Piemonte ed Emilia-Romagna.
“Il panorama della sicurezza sul lavoro in Italia rimane preoccupante – sottolinea l’ingegner Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio -. I dati confermano la gravità di un problema nazionale spesso sottovalutato. Servono più formazione e cultura della sicurezza per ridurre infortuni e migliorare la vita dei lavoratori”.
La situazione in Campania
La Campania si colloca tra le regioni con il più alto numero di vittime: 57 lavoratori hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi nove mesi del 2025, un dato che la colloca tra le aree più critiche del Paese.
L’indice di incidenza, superiore del 25% alla media nazionale (24 morti ogni milione di occupati), fa entrare la regione in zona rossa, insieme a Basilicata, Umbria, Puglia e Sicilia.
Il settore delle costruzioni resta quello più colpito anche in Campania, confermando la fragilità di un comparto dove i rischi sono elevati e spesso gestiti con strumenti di prevenzione insufficienti.
Gli incidenti più gravi si concentrano nei cantieri e nei trasporti, ma non mancano tragedie nell’agricoltura e nel commercio.
Nel dettaglio, la Lombardia guida la triste classifica con 73 vittime, seguita da Veneto (60), Campania (57), Piemonte ed Emilia-Romagna (47).
Tra le regioni più sicure, invece, figurano la Valle d’Aosta, il Friuli-Venezia Giulia e il Molise, con un numero di decessi molto inferiore alla media.
Il rischio maggiore si concentra tra i lavoratori over 65 (78 morti ogni milione di occupati) e nella fascia 55-64 anni, che conta ben 200 vittime.
Le donne decedute sono 68, mentre tra i lavoratori stranieri — 171 morti totali — il rischio di infortunio mortale resta più che doppio rispetto a quello degli italiani (49,7 contro 21 per milione di occupati).
Le costruzioni restano il settore con più decessi (99), seguite da attività manifatturiere (83), trasporti e magazzinaggio (71) e commercio (54).
Il venerdì è il giorno più pericoloso della settimana, con oltre un quinto degli infortuni mortali (22,3%), seguito dal lunedì (20,8%) e dal giovedì (16,8%).
Sul fronte degli infortuni non mortali, si registra un lieve aumento dello 0,7% rispetto al 2024: 435.883 denunce totali a settembre 2025. A trainare i numeri, i settori manifatturiero e delle costruzioni, ma anche sanità e trasporti.
I dati mostrano chiaramente che la sicurezza sul lavoro in Italia è ancora lontana da livelli accettabili.
La Campania, insieme alle altre regioni del Sud, continua a pagare un prezzo altissimo in termini di vite umane, con un’incidenza di mortalità che supera di molto la media nazionale.























