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Napoli – Nuova protesta nel carcere di Poggioreale dopo la morte, avvenuta nelle scorse ore, di un detenuto di 58 anni in seguito a un malore. L’uomo era collocato nel padiglione Salerno dove domenica scorsa è andata in scena la rivolta dei compagni di reparto, oltre 220 uomini, che ha causato danni ingenti. Rivolta nata dalle condizioni di salute precarie di un altro detenuto, con febbre altra, che non veniva trasferito in ospedale, e proseguita poi per protestare contro il sovraffollamento, le condizioni igieniche precarie, la scarsa assistenza medica e il caldo torrido degli ultimi giorni che rende la vita in cella un inferno.

Dopo la morte del detenuto avvenuta questa mattina, mercoledì 19 giugno, secondo quanto riferisce Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato di polizia penitenziaria (SPP), i reclusi hanno battuto sulle inferriate con pentole ed altri pezzi di ferro presenti in cella in segno. Una protesta – spiega Di Giacomo – per la morte di un detenuto di 58 anni, probabilmente causata da un malore, forse un infarto. Il rumore delle ‘battiture’ è stato per diversi momenti particolarmente forte ed udibile dall’esterno. “Ora la protesta e’ rientrata – aggiunge Luigi Castaldo, segretario provinciale Osapp di Napoli – ma la tensione è alta visto che è lo stesso reparto dove vi è stata domenica la rivolta con ingenti danni”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Pietro Ioia, in prima linea per i diritti dei detenuti, che sottolinea lo stato di degrado in cui versa il carcere di Poggioreale: “Oltre a nominarlo ‘mostro di cemento’ l’ho definito in tre lettere, M, M, M: morte, malasanità, malavita. Stamattina un detenuto è morto per infarto proprio al padiglione Salerno, dove è in corso una protesta pacifica. Per me questa struttura andrebbe chiusa perché è una vera vergogna per la nostra città. Come prevedevo il caldo comincia a farsi sentire”.

“Il detenuto – si legge in una nota del ministero della Giustizia – stava scontando una condanna all’ergastolo per omicidio e da tempo veniva curato all’interno dell’istituto per alcune patologie croniche. Non appena diffusasi la notizia è scattata una protesta dei detenuti presenti nel padiglione, lo stesso dove si sono svolti i gravi fatti di domenica scorsa. Si è trattato – precisa il Ministero – soltanto di una protesta sonora, con battitura di oggetti sulle inferriate o sulle porte delle celle, conclusasi nel giro di poche decine di minuti”.