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Nel pieno di un’emergenza sanitaria e ambientale, la Regione Campania sceglie di risparmiare sulla pelle delle donne. Innalzare l’età per accedere allo screening gratuito per il tumore al seno da 45 a 50 anni è un atto miope e pericoloso, che mina la salute di centinaia di cittadine. Altro che balle, qui si gioca con la vita delle persone”. È il duro affondo della consigliera indipendente Marì Muscarà, intervenuta oggi in aula durante il Question Time con una interrogazione urgente “già presentata a febbraio – ricorda la consigliera – e a cui la Giunta aveva evitato di rispondere per mesi”.
L’interrogazione fa riferimento alla delibera di Giunta n. 720 del 12 dicembre 2024, con cui si modifica la fascia di età per l’accesso alla mammografia gratuita, restringendola alla sola fascia 50-69 anni, con cadenza biennale. Una decisione che – denuncia Muscarà – “va in senso opposto rispetto alle evidenze scientifiche, che segnalano un incremento preoccupante di casi di tumore alla mammella tra le donne più giovani. La risposta che mi è stata fornita oggi in Consiglio – prosegue la consigliera – è stata imbarazzante: ci viene detto che i fondi destinati alla prevenzione provenivano dalla Terra dei Fuochi e, una volta esauriti, si è scelto di tagliare fuori le donne tra i 45 e i 49 anni. Una logica contorta e inaccettabile: proprio nei territori più colpiti dall’inquinamento, dove il rischio oncologico è più alto, si riducono gli strumenti di prevenzione. È una vergogna”. Muscarà ha spiegato come tale scelta sia stata adottata senza alcun coinvolgimento delle associazioni, degli operatori sanitari e della comunità scientifica. “Numerose associazioni e operatori mi hanno scritto, increduli, perché questa misura non ha alcuna giustificazione né clinica né sociale. In altre regioni come Emilia Romagna e Lombardia – ha aggiunto – la fascia parte ancora dai 45 anni. E nel Lazio, anche se parte da 50, esiste la possibilità per le donne di ottenere l’esame gratuitamente con una semplice impegnativa del medico. In Campania, invece, se non ricevi la convocazione e hai meno di 50 anni, paghi o resti senza diagnosi”. La consigliera ha ricordato inoltre che secondo le linee guida internazionali più aggiornate, lo screening dovrebbe estendersi dai 45 ai 74 anni, includendo anche le donne anziane, per le quali il rischio di tumore non scompare: “Secondo recenti studi, oltre il 35% dei casi si verifica oltre i 70 anni. Fermarsi a 69 è già una scelta limitante, ma partire da 50 è inaccettabile”- Nel suo intervento, Muscarà ha anche snocciolato i dati della spesa sanitaria pro-capite: “Nel 2022 in Italia la media è stata di circa 3.000 euro per persona, già inferiore di 600 euro rispetto alla media europea. Ma in Campania, e in particolare nei territori martoriati dalla Terra dei Fuochi come Acerra, Caivano o Caserta, la spesa sanitaria è scesa a 1.710 euro, quasi la metà di quella del Trentino-Alto Adige, che invece registra oltre 2.984 euro a testa. La verità – conclude Muscarà – è che in Campania si sta costruendo un sistema che penalizza la prevenzione per risparmiare oggi, spendendo molto di più. Non ci venite a dire che al Nord servono più soldi perché hanno più discariche: le Asl campane hanno il numero più alto di siti inquinati e il budget sanitario più basso d’Italia. Questa è la realtà. Ma il presidente De Luca, invece di affrontare questi dati, attacca e accusa chi racconta i fatti di diffondere ‘balle’. Ma le uniche balle sono le sue. È un insulto all’intelligenza e alla sofferenza di un’intera regione. La verità è che in Campania si sta costruendo un sistema che penalizza la prevenzione per risparmiare oggi, spendendo molto di più domani, con la giustificazione da parte del Presidente De Luca, che non arrivano i fondi dall’attuale governo; eppure questi dati citati fanno riferimento al 2022, quando c’era un altro governo formato dai partiti in cui ancora militano esponenti della sua famiglia”.