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Nonostante la crescita della qualità e i rigorosi controlli, l’olio extravergine italiano continua a subire prezzi troppo bassi. Coldiretti Campania e Aprol, l’associazione dei produttori olivicoli campani, lanciano l’allarme dopo i dati preoccupanti diffusi da Unaprol (Consorzio Olivicolo Italiano).

Gli attuali livelli di prezzo dell’olio ingiustificatamente bassi – evidenzia Unaprol – rischiano di distruggere la produzione olivicola italiana creando gravi danni al settore anche nel medio-lungo periodo. La stabilità deve essere un’assoluta priorità della filiera, danneggiata dalle continue oscillazioni del mercato anche a fronte di variazioni non particolarmente significative nella quantità del prodotto. La speculazione in atto, non solo non ci consente di essere competitivi, ma finisce anche con il disorientare il consumatore vanificando gli sforzi nel processo di sensibilizzazione verso la qualità. L’olio italiano, a differenza di quello degli altri Paesi, è sottoposto a controlli rigorosi sulla produzione che ne certificano tracciabilità, qualità e distintività. Eppure nel confronto con i dati degli altri Paesi emerge un differenziale incredibilmente basso: 0,30 al chilogrammo rispetto ai mercati spagnolo e greco, rimasti stabili nell’ultimo mese, e 0,60 rispetto a quello tunisino. Un’ulteriore conferma arriva dall’analisi dei dati della borsa merci di Bari che, in un mese, ha perso oltre 50 centesimi di valore passando da 4,70 euro per chilogrammo a 4,20. Borsa merci che non rispecchia i reali prezzi di mercato che attualmente si sono attestati intorno ai 3,90 euro al chilogrammo. Numeri che parlano chiaro e ci spingono con decisione a portare avanti questa battaglia, convinti che la parte sana dell’industria di settore sarà al nostro fianco per difendere un sistema che deve dare assoluta centralità ai consumatori. Noi saremo sempre dalla loro parte, pronti a informarli di fronte a operazioni speculative messe in atto dalla grande distribuzione in un contesto emergenziale.

Una condizione che può diventare insostenibile – sottolineano Coldiretti Campania e Aprol – in un comparto che è già messo a dura prova dai danni derivanti dal clima impazzito. In Campania si registra una interessante vivacità sul piano produttivo, con un forte investimento verso il biologico, in particolare sulle varietà autoctone. E sono proprio queste che hanno dimostrato una maggiore resilienza ai fenomeni climatici estremi. L’olio extravergine è un prodotto totem dell’agroalimentare campano e italiano, ma è anche un straordinario indicatore di biodiversità. La Campania possiede oltre 74 mila ettari coltivati ad oliveto, di cui il 5% circa con metodi di produzione biologica. Per queste ragioni – concludono Coldiretti e Aprol – occorre alzare il livello di attenzione sulle speculazioni, favorendo un consumo consapevole e informato.