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È ormai risaputo che investire nel fotovoltaico conviene. Anche se c’è un costo iniziale importante da sostenere, tutto viene ripagato nel tempo grazie al notevole risparmio di denaro che si inizierà a rilevare nelle bollette dell’energia elettrica. Ovviamente l’entità del risparmio dipende dalla produzione energetica annuale del pannello, correlata alle sue caratteristiche e dimensioni, ma a livello generale si parla di un’ammortizzazione dei costi che può superare il 20%. Andiamo allora a presentare alcune soluzioni per sfruttare lo spazio in balcone per dare vita a una piccola centrale di energia rinnovabile.

Il fotovoltaico da balcone

Negli ultimi tempi, visto il grande successo del fotovoltaico, stanno prendendo piede nuovi sistemi volti a permettere l’applicazione di questa tecnologia anche in spazi più ridotti. È il caso dei pannelli solari da balcone, che replicano i pannelli fotovoltaici classici in kit di dimensioni ridotte, che oltre a occupare molto meno spazio sono anche più economici e di semplice utilizzo. Sul piano tecnico il funzionamento è lo stesso delle altre installazioni: abbiamo le celle in silicio del pannello che assorbono la luce del sole e convertono l’energia termica in energia elettrica. Questa energia viene prodotta sotto forma di corrente continua, e viene trasformata in corrente alternata da un apposito dispositivo, chiamato inverter, grazie al quale la corrente può essere immessa in rete. Infine, c’è la batteria di accumulo, che immagazzina l’energia prodotta che può essere prelevata all’occorrenza, ad esempio quando non c’è il sole o quando si devono alimentare i dispositivi in bassa tensione.

Risparmio

Un impianto fotovoltaico da balcone è una soluzione per risparmiare denaro e produrre energia pulita alla portata di tutti, in primo luogo perché il processo di montaggio è molto semplice e nel migliore dei casi può anche essere eseguito in autonomia, evitando la spesa dovuta a interventi esterni. Per esempio, di solito l’inverter si può fissare dietro uno dei due pannelli con delle viti che si possono serrare anche a mano. Poi è sufficiente collegare l’impianto alla rete elettrica utilizzando la presa dedicata, una volta fatto questo basterà far recapitare un avviso al proprio fornitore di energia elettrica così da permettere la riprogrammazione del contatore con la misurazione dell’energia elettrica immessa e prelevata dalla rete. Fare una stima precisa del risparmio a cui si va incontro non è semplice, ma un impianto fotovoltaico base per il balcone può comprendere due pannelli da 350 Watt che, posizionati sul balcone secondo l’orientamento corretto, possono produrre fino a 800 kWh di energia in un anno. Questo valore si traduce in un risparmio in bolletta di circa il 25%: in pratica, un pannello di 350 Watt può produrre una quantità di energia sufficiente ad ammortizzare i consumi di un climatizzatore, per fare un esempio.

La pensilina fotovoltaica da terrazzo

Se si ha un terrazzo abbastanza grande e orientato in una posizione favorevole, un’ottima soluzione per risparmiare in bolletta può essere coprire il balcone con una pensilina fotovoltaica. Trasformare il balcone in quest’ottica presenta diversi vantaggi:

  • si abbattono i consumi di energia a pagamento, di conseguenza si riducono i costi della bolletta elettrica;
  • è possibile immagazzinare l’energia prodotta ma non autoconsumata, questo garantisce di avere sempre delle scorte di energia da usare all’occorrenza;
  • aumenta il valore dell’immobile, con miglioramento della classe di efficienza energetica;
  • è possibile ottenere un possibile guadagno grazie al meccanismo dello scambio sul posto, rivendendo l’energia in surplus al GSE.

Nel caso delle pensiline fotovoltaiche, però, bisogna fare attenzione a fare in modo che la realizzazione rimanga nell’ambito dell’edilizia libera. Generalmente l’installazione di un impianto fotovoltaico rientra di default nell’edilizia libera e in quanto tale non necessita permessi, ma possono esserci delle eccezioni. Per esempio, una pergola fotovoltaica può rientrare nel regime di nuova costruzione/ampliamento nel momento in cui la struttura è tale da modificare in maniera significativa l’assetto esistente. In tal caso, non si parla più di pensilina ma di tettoia vera e propria, che in quanto tale richiede il Permesso di Costruire. Per valutare questo aspetto si considera l’impermeabilità: se l’acqua piovana penetra fra un pannello e l’altro, la struttura può considerarsi una normale pensilina per la quale non occorrono permessi.