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Terza condanna per la Monsanto in meno di un anno: due miliardi di risarcimento a una coppia di coniugi californiani che per anni  ha usato il Roundup, erbicida a base di glifosato. Nel 2015 il glifosato è stato riconosciuto come “sostanza probabilmente cancerogena per l´uomo” dall´Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). Da allora il dibattito si è concentrato sullo screditamento dei risultati di questa analisi scientifica e degli stessi scienziati che vi hanno preso parte. Nello stesso modo in cui oggi si stanno screditando le giurie che confermano le condanne al Roundup della Monsanto, acquisita dalla tedesca Bayer nel 2018. A fine aprile l´Agenzia statunitense per l´ambiente (EPA) ha annunciato pubblicamente che il glifosato non è cancerogeno e non pone rischi alla salute pubblica.  Eppure il Roundup contiene molte altre sostanze che possono aumentare la cancerogenicità della sostanza attiva glifosato. 

“Durante i lavori di Commissione Pest (Commissione speciale sui pesticidi) al Parlamento europeo abbiamo fatto più volte presente che queste sostanze, i co-formulanti, non sono soggette a valutazione” commenta l’eurodeputato e portavoce M5S Piernicola Pedicini. “Quando ci siamo trovati a votare – prosegue – i colleghi di PD, Forza Italia, Lega, persino i Verdi, hanno detto sì al glifosato, soddisfatti di un numero minore di anni di rinnovo rispetto a quelli inizialmente previsti dalla Commissione europea. Fortunatamente, alla fine di quest´anno inizierà nuovamente il processo per il rinnovo dell´approvazione del glifosato in Ue. A quel punto – conclude Pedicini – mi auguro che il Parlamento, l’unica istituzione europea eletta direttamente dai suoi cittadini, sappia da che parte stare”.