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Salerno – “L’ossessione di Napoli. Essere più grandi di Napoli, ma come è possibile. E con la fabbrica di cancro al centro della città, le fonderie Pisano, dove fino all’altro giorno si fermava a fare l’Inchino la processione dell’Immacolata. Essere più belli di Napoli. In una privata guerra contro Bassolino, De Luca ha ammantato Salerno di grandi opere. Un catalogo di archistar da tutto il mondo sono state chiamate a costruire qui. La stazione marittima di Zaha Hadid in un porto senza i fondali per far arrivare le navi, pazienza. Quante centinaia di milioni. Da dove arrivano, che soldi sono. Un sistema di finanziamento circolare, spiega il sindaco. Soldi promessi, anticipati, soldi che girano in tondo. Come in una centrifuga. E’ tutto pulito e bello alla fine. Illuminato da luci d’artista che distolgono l’attenzione dal resto”.

Questo è un segmento della prima puntata di ‘FuoriRoma’, trasmissione condotta da Concita De  Gregorio domenica in prima serata su Rai 3. La giornalista affonda: Vincenzo De Luca è cresciuto alla politica come funzionario del Pci locale. Dai suoi vent’anni ai settanta di adesso ha sgominato ogni potere, dal Psi di Carmelo Conte alla Dc di Ciriaco De Mita, dalla destra a Forza Italia, dagli affaristi alle camorre scegliendo di volta in volta il metodo opportuno: l’alleanza, il patto, l’ostilità e la ritorsione, il ricatto la lusinga, lo scambio. La sua fortuna nel Pci origina nella gestione dei fondi del terremoto d’Irpina, assegnati in larga parte alle cooperative rosse. Oggi, quasi 40 anni dopo, incessantemente votato dal 75 per cento dei suoi concittadini, orienta il suo privato tesoro di consensi di volta in volta dove crede. Fa votare chi vuole: figli, collaboratori, alleati. Nessun antagonista politico si candida a Salerno contro le indicazioni di De Luca. Neppure da destra Mara Carfagna, che è nata e cresciuta qui”. Ancora: Non si capisce bene l’Italia se non si è mai stati a Salerno. A un analista straniero di quelli che ci spiegano chi siamo, a un giovane che volesse iniziare a far politica ma anche a chi adulto pretende di farla bisognerebbe prescrivere, come seminario di formazione, una sosta di studio qui. Nel principato di Vincenzo De Luca . Nato a Ruvo del Monte in provincia di Potenza, in decenni di insonne concentrazione e ossessivo sospetto De Luca è diventato signore e padrone di un feudo che oggi governa dalla poltrona di Presidente della Regione. Sa tutto, controlla tutto. Gode di protezioni ad ogni latitudine. Un intoccabile. Un satrapo vendicativo, dice di lui Isaia Sales, docente di storia delle mafie che si proclama il suo unico oppositore. Un leghista stalinista, dice anche. De Luca non si lascia intervistare da chi non può controllare: si autointervista, simulando il dialogo, in tv. Diffida, sospetta, blandisce, attacca. Gestisce, attraverso i figli e gli uomini di sua fiducia – il sindaco Vincenzo Napoli, per esempio – un flusso incessante di denaro. La città macina soldi in una ruota vorticosa, li restituisce. Città di risacca. Linda pulita pigra. Malinconica come le poesie di Alfonso Gatto: Salerno, rima d’inverno, rima d’eterno. Spaventata dalle ombre, reticente. Lo struscio sul corso è fatto di bisbigli: lui sente, lui c’è. Lui vede e se occorre punisce”. E tanto altro. Ma Salerno è davvero questa? Nonostante le lancette spostate in avanti riducano la notte, per le ore successive è tutto un susseguirsi di commenti. Molti, moltissimi negativi.

Inizia proprio lui, Vincenzo De Luca: Dopo anni e anni di aggressioni, sempre dalla stessa rete pubblica abbiamo assistito all’ennesimo atto di squadrismo mediatico, l’ennesimo stravolgimento della realtà. Interverremo in tutte le sedi.  Riconfermo che siamo espressione di una esperienza amministrativa che è un modello nazionale di concretezza, di rigore, di trasparenza. E anticipo quella che sarà la mia richiesta ufficiale alla Rai: un dibattito pubblico su Salerno e sulla Campania, rigorosamente in diretta, dove e quando vogliono. Non un programma registrato, quindi senza possibilità di tagli e montaggi. La trasmissione è non solo un’offesa alla verità e alla storia di una città libera che è rinata, ma anche un’offesa al 75% dei cittadini che democraticamente, al di là di ogni orientamento politico, hanno espresso il proprio consenso e rispetto per l’azione amministrativa”. Gli fa eco Franco Picarone, consigliere regionale e presidente della Commissione bilancio: Ho visto Rai3. Distorsione della realtà. Un’ evidente azione destinata a distruggere l’immagine delle persone e con esse il cambiamento profondo della città, i fatti reali, in definitiva la stessa città. Un’ operazione certamente politica, con al centro i noti personaggi scelti dalla inviata. Tra questi alcuni da tempo dichiarati nemici di De Luca, altri ignari di cosa sia Salerno. Pur volendo credere alla buona fede dell’ inviata non si può altrettanto dire per altri. In particolare si sono rivisti alcuni avversari di Vincenzo De Luca nel ruolo di commentatori, protagonisti di stagioni politiche regionali da dimenticare. Non ho parole per il livello di mistificazione”. L’assessore comunale al commercio, Dario Loffredo: “Condivido assolutamente. Hai ragione Paola (De Roberto, consigliere comunale, ndr), mettiamo in campo tutte le azioni che possano tutelare l’immagine della nostra città. Servizi fasulli e costruiti ad arte come questi creano in chi li vede e non ha altra conoscenza dei fatti, una distorsione della realtà e con essa danni devastanti di immagine alla nostra Salerno. Sono adirato con personaggi come il sig Sales, che ormai legano la loro esistenza a sparlare della nostra città. Pretendo subito le scuse ed un’altra diretta con il contraddittorio con chi in questa città ha buttato il sangue per arrivare a questa trasformazione urbanistica”. Enzo Luciano, segretario provinciale Pd: “È stato un reportage squallido. Un vero e proprio attacco alla città e alle amministrazioni illuminate di questi anni che hanno realizzato una straordinaria trasformazione urbanistica”. Infine il principale, storico oppositore comunale di De Luca, il forzista Roberto Celano: “Immagini di una città stupenda, ricostruzione storica di un ‘sistema’ di potere che dura ormai da un quarto di secolo, rappresentazioni eccessive di uno pseudo provincialismo che caratterizzerebbe i salernitani che amano, invero, la propria città come pochi altri. Oggi che il sistema è in declino spuntano come i funghi critici ed oppositori. Ero poco più che un ragazzino quando iniziai ad impegnarmi avverso un modello di governo opprimente che, già era chiaro, volesse costruire una capillare rete di controllo sociale sulla città. Già da allora denunciavo eccessi e scelte infelici. Lo facevo quasi da solo, con pochi amici, nel mentre intellettuali, esponenti della società civile, rappresentanti delle categorie produttive e politici più ‘esperti’ gareggiavano nell’esaltazione più efficace del ‘progressismo’ salernitano. Era già chiaro che gran parte dell’informazione (con le dovute e coraggiose eccezioni!) e parte consistente delle Istituzioni, anche quelle di ‘controllo’ si erano ‘piegate’ al sistema e ne favorivano il consolidamento. Oggi è un altro giorno. Quando il lupo è ferito in tanti diventano leoni…”. To be continued…