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Salerno – “È convocata per lunedì 5 febbraio alle ore 11 presso il Polo Nautico di Salerno la conferenza stampa di Forza Italia. L’incontro con i giornalisti sarà occasione per presentare i candidati schierati dal partito di Silvio Berlusconi alle elezioni Politiche del 4 marzo e illustrare i punti chiave del programma. All’iniziativa interverrà Enzo Fasano, coordinatore provinciale e capolista di Forza Italia nel collegio plurinominale di Salerno per la Camera dei Deputati. Prevista anche la partecipazione di tutti i candidati nei collegi uninominali e plurinominali di Camera e Senato”. Notizia ordinaria se non fosse che qualche minuto dopo, il grande saggio della politica salernitana, il professore Aniello Salzano coordinatore cittadino azzurro, rompesse il silenzio durato una decina di giorni e sotterrasse l’ascia di guerra. Scrive, Salzano, rivolgendosi implicitamente ai frondisti che, in disaccordo con il metodo di scelta delle candidature, avevano pubblicamente giurato di disimpegnarsi dalla campagna elettorale. La sua lettera così emblematicamente si conclude: “…Del resto Forza Italia interpreta quasi emblematicamente la sintesi tra tradizione e rinnovamento. In questa tradizione, entusiasti e

Aniello Salzano

riottosi, finiremo con il ritrovarci tutti”. Per chi conosce gli equilibri della verticistica Forza Italia, il passaggio è sostanziale: ingoiati i bocconi amari (ad esempio, avrebbe voluto candidare il retore Aurelio Tommasetti), Salzano rimarrà organico al partito, farà campagna elettorale e, plasticamente, sarà (di conseguenza) seduto in prima fila al Polo Nautico. Con Salzano fuori dalla contesa, ora saranno gli altri a dover scegliere se continuare nell’opposizione interna oppure se uniformarsi, portando in dote il proprio contributo di consenso (indotto). Il rischio per Cardiello, Di Giorgio, Amatruda ed il gruppo di frondisti è alto: potrebbero trovarsi fuori dalle dinamiche successive a quella che, in Forza Italia nazionale, viene immaginata come una vittoria elettorale in gran parte dei collegi campani.  Salzano scrive: “A Salerno più che altrove la composizione delle liste ha provocato tra gli iscritti e simpatizzanti di F.I. malumori e tensioni. Gli strascichi delle polemiche prese di posizione e le forti frizioni provocate dalle accese discussioni per il momento appaiono purtroppo difficilmente ricomponibili. Sulla scorta della mia lunga esperienza politica, avevo previsto infatti con anticipo quanto poi puntualmente si è verificato. Avevo pertanto richiesto, prima nelle sedi di Partito e poi pubblicamente, di ricorrere a regole e a criteri oggettivi nella composizione di una rosa di candidati. Il mio intento non nascondeva un secondo fine: si prefiggeva di indicare i parlamentari uscenti, di individuare alcuni dirigenti meritevoli, e insieme con questi personalità radicate sul territorio e professionisti particolarmente apprezzati in città e nella nostra provincia aprendo, come auspicato dal presidente

Enzo Fasano

Berlusconi, anche alla cosiddetta società civile. Insomma il mio obiettivo era, e lo è tuttora, quello di vincere le elezioni. Purtroppo i miei suggerimenti in parte sono caduti nel vuoto e ho dovuto constatare quanto siano stati male intesi ed interpretati, insieme con le obiezioni e le valutazioni che successivamente ho avanzato. Ora, a candidati ormai già lanciati nella mischia elettorale, sarei poco generoso se continuassi a recriminare su ciò che non si è fatto. Non voglio in alcun modo danneggiare il mio schieramento politico. Al contrario, desidero concorrere ad un successo, così come ampiamente preannunciato dai sondaggi, che faccia da preludio ad una stagione politica in cui sia più facile giovarsi di nuove energie, senza che ciò appaia lesivo dei diritti, in verità indiscutibili, di chi viene da lontano. La forza dei grandi numeri ci darà anche la forza di accogliere nuove intraprendenze, nuove suggestioni, nuova creatività. Del resto Forza Italia interpreta quasi emblematicamente la sintesi tra tradizione e rinnovamento. In questa tradizione, entusiasti e riottosi, finiremo con il ritrovarci tutti”. Per molti è questo il vero capolavoro diplomatico di Enzo Fasano.