Colpita brutalmente e più volte al capo con una pietra, anche quand’era a terra, ormai inerme. La prima ricostruzione sull’omicidio di Martina Carbonaro restituisce il quadro di una possibile agonia della 14enne. Da quanto si apprende, l’esame esterno individua almeno quattro ferite alla testa, oltre ad una copiosa perdita di sangue. Fermato con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere Alessio Tucci, 18enne ex fidanzato della vittima. Il giovane ha confessato l’omicidio in caserma ad Afragola. Inizialmente avrebbe però negato ogni coinvolgimento.
Secondo la procura di Napoli Nord, avrebbe fornito una versione incompatibile con le risultanze investigative. Determinanti per la svolta le dichiarazioni di un’amica di Martina e le immagini della videosorveglianza. La prima ha dato indicazioni sul casolare abbandonato, nell’area dello Stadio Moccia. Lì è stato trovato il corpo senza vita, a notte inoltrata. Le registrazioni hanno invece consentito di ricostruire gli spostamenti della vittima e dello stesso Tucci. Una telecamera ha inquadrato il passaggio dei due, tra le 20:32 e le 20:34 di lunedì. Sono gli ultimi fotogrammi disponibili di Martina, lungo una stradina diretta al casolare, passando per il retro dello stadio. Sul posto, peraltro, nel pomeriggio di ieri c’è stato un sopralluogo dall’esito parziale. I carabinieri della stazione di Afragola e del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno trovato un paio d’occhiali. L’amica li ha riconosciuti, erano di Martina. A terra hanno rivenuto macchie di sangue e una pietra insanguinata. Niente tracce del corpo però, trovato solo ore dopo. Erano passati pochi minuti dalla mezzanotte, quando il corpo è stato scoperto sotto un armadio, sommerso da detriti e rifiuti. In precedenza, e a lungo, la zona è stata battuta da Vigili del fuoco e Protezione civile, con unità cinofile, droni e fari puntati sull’area.
Il ritrovamento ha fatto stringere il cerchio su Tucci, già ascoltato ore prima. Se Martina non ha mai lasciato il casolare – hanno ragionato gli investigatori – i sospetti devono concentrarsi sull’utima persona vista con lei. E per di più vicino a dove l’hanno trovata, circa mezz’ora prima dell’ultima geolocalizzazione del cellulare di lei. Nel nuovo interrogatorio, a seguito di contestazione del pm Alberto Della Valle, il 18enne è stato informato della prova video. Un breve tentennamento, poi la confessione. Il ragazzo ha mostrato anche le sue ferite alle mani. Il movente fornito: Martina si era rifiutata di riprendere la relazione, interrotta settimane fa. Un ennesimo tentativo di convincerla, andato a vuoto. Questo avrebbe scatenato la violenza omicida, facendo perfino scempio della 14enne. A detta di Tucci, un raptus. Azione di cui si è proclamato pentito, tra le lacrime. Per il pm niente dubbi, tuttavia, sulla volontà di uccidere. A confermarla sarebbe la condotta successiva al gesto. E non solo per aver nascosto il cadavere e lo smartphone della vittima, ritrovato spento in un’intercapedine della stanza. Al giovane si addebita di aver aiutato la madre di Martina nelle ricerche. Perfino cercando di tranquillizzarla. Secondo la Procura, era un lucido piano per precostituirsi un alibi, ostentando estraneità ai fatti. Ora si attende l’udienza di convalida, nei prossimi giorni.