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L’Università di Salerno, insieme alla Federico II, al CNR e di 60 enti e aziende, ha deciso di sviluppare il progetto Databenc, il “Distretto ad alta tecnologia per i beni culturali”. Troppo spesso, infatti, il patrimonio culturale regionale viene trascurato dalle nuove tecnologie senza che vengano comprese le alte potenzialità di uno sviluppo promozionale sul web. Il progetto pilota del distretto, chiamato Hetor (http://hetor.databenc.it), è stato finanziato dalla Regione, dal Miur e dall’Unione Europea attraverso i progetti Chis e Route-to-Pa. La piattaforma fornisce servizi per raccogliere e diffondere informazioni sul patrimonio, dati disponibili per la fruizione pubblica, open data quindi, che può essere arricchito sia dalle istituzioni che dalle comunità territoriali, dalle associazioni, alle scuola o alle chiese.

Le comunità locali potranno quindi contribuire in maniera sostanziosa, raccogliendo e sistematizzando anche risorse culturali definibili come minori in ambito territoriale, ambientale  o etnografico. Già oggi, infatti, sono disponibili informazioni dettagliate ad esempio sugli antichi mestieri, sulle edicole votive, sugli stemmi nobiliari o gli antichi giochi dei bambini insieme a raccolte di informazioni su chiese e cappelle.

Qualsiasi elemento del patrimonio culturale regionale può, quindi, essere argomento del lavoro di chi voglia collaborare con il progetto Hetor. Terminato il periodo di collaborazione co-creativa, i dati sono pubblicati sul sito di open data di Hetor che ne permetterà una larga diffusione.