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di Carlo Tarallo
Il dialogo tra Pd e M5s sull’ipotesi di un’alleanza alle regionali, a partire dall’Umbria, ringalluzzisce gli avversari campani di Vincenzo De Luca, fuori e dentro il suo partito. Alcuni dirigenti Dem, all’unisono con i grillini, prefigurano uno scenario che definire fantasioso è un eufemismo: l’accordo in Campania, dove le elezioni regionali sono in programma la prossima primavera, passerebbe infatti dalla sostituzione del presidente uscente con un altro candidato, come ad esempio Raffaele Cantone, gradito anche al M5s. Il centrodestra campano, da parte sua, appare sbandato: da un lato teme De Luca e si augura la non ricandidatura dell’attuale presidente della regione, dall’altro però sa benissimo che un accordo Pd-M5s toglierebbe alla coalizione dei moderati ogni speranza di vittoria. Naturalmente, De Luca sa perfettamente quello che sta succedendo e sghignazza alla sua maniera: per Nicola Zingaretti un braccio di ferro per sostituire un governatore uscente con un candidato diverso sarebbe un dramma politico, e lo “sceriffo” di Salerno, se fosse messo alle strette, si candiderebbe comunque a capo di almeno quattro liste civiche, condannando Pd e M5s a una sonora disfatta elettorale.