In vista delle prossime elezioni regionali i dirigenti campani di Rifondazione Comunista chiamano in causa “la questione, decisiva e dirimente, dell’acqua pubblica”. Ma non solo. Analizzano, in un documento, quelli che dovrebbero essere i temi centrali.
“Punti programmatici discriminati, compatibili – a mio avviso – solo con la candidatura di Roberto Fico”, sottolinea Raffaele Tecce, responsabile Enti Locali della segreteria nazionale del Prc-Se.
I dirigenti del Prc affermano che “sarebbe inaccettabile una amministrazione regionale che non proclamasse con la necessaria immediatezza e solennità il riconoscimento dell’acqua come un bene primario da tenere accuratamente fuori dalle logiche di mercato e da affidare alla gestione esclusiva della mano pubblica”. Aggiungono, inoltre, che “una amministrazione regionale autenticamente democratica e di progresso dovrebbe salvaguardare in tutti i modi il carattere pubblico dei beni comuni, procedendo al potenziamento reale delle strutture sanitarie, dei presidi di cura, dell’istruzione e dei trasporti, come pure alla bonifica integrale e pulita dell’ambiente: cioè, per intenderci, senza lo scempio economico e paesaggistico dell’eolico selvaggio che sta penalizzando, con l’acquiescenza dell’attuale giunta regionale, le produzioni agricole e la vivibilità delle zone interne della nostra regione, nonché col rispetto assoluto, su tutto il territorio regionale, della biodiversità e della integrità delle aree boschive e costiere, così come prescritto dall’art. 9 della Costituzione”.
Precisano inoltre, che “occorre avviare, senza furbizie, un ciclo davvero virtuoso dei rifiuti, che la faccia finita con la logica dell’incenerimento e delle discariche e accresca invece le pratiche di riuso e riciclaggio”. Ripropongono poi il reddito regionale di cittadinanza per “quelli che il lavoro non riescono a trovarlo e però hanno ugualmente il diritto di vivere con dignità. Si tratta, cioè, di muoversi in direzione diametralmente opposta alla “guerra ai poveri” portata cinicamente avanti dall’attuale governo, il quale come suo primo provvedimento ha voluto cancellare proprio la sacrosanta misura del reddito di cittadinanza”. Rivendicano, infine, “una politica regionale che faccia della Campania un luogo di pace (denuclearizzando, ad esempio, il nostro mare e ponendo fine alle servitù militari) e un luogo di inclusione e accoglienza (intervenendo, ad esempio, sulle tante barriere burocratiche che infelicitano la vita ai migranti)”.
“Non è un programma rivoluzionario – sottolineano i dirigenti regionali del Prc – ma una prospettiva di autentica democrazia progressiva, schierata senza incertezze al fianco di coloro che in questa società già vivono la pesantezza dello sfruttamento e della precarietà”.
“Punti programmatici discriminati, compatibili – a mio avviso – solo con la candidatura di Roberto Fico”, sottolinea Raffaele Tecce, responsabile Enti Locali della segreteria nazionale del Prc-Se.
I dirigenti del Prc affermano che “sarebbe inaccettabile una amministrazione regionale che non proclamasse con la necessaria immediatezza e solennità il riconoscimento dell’acqua come un bene primario da tenere accuratamente fuori dalle logiche di mercato e da affidare alla gestione esclusiva della mano pubblica”. Aggiungono, inoltre, che “una amministrazione regionale autenticamente democratica e di progresso dovrebbe salvaguardare in tutti i modi il carattere pubblico dei beni comuni, procedendo al potenziamento reale delle strutture sanitarie, dei presidi di cura, dell’istruzione e dei trasporti, come pure alla bonifica integrale e pulita dell’ambiente: cioè, per intenderci, senza lo scempio economico e paesaggistico dell’eolico selvaggio che sta penalizzando, con l’acquiescenza dell’attuale giunta regionale, le produzioni agricole e la vivibilità delle zone interne della nostra regione, nonché col rispetto assoluto, su tutto il territorio regionale, della biodiversità e della integrità delle aree boschive e costiere, così come prescritto dall’art. 9 della Costituzione”.
Precisano inoltre, che “occorre avviare, senza furbizie, un ciclo davvero virtuoso dei rifiuti, che la faccia finita con la logica dell’incenerimento e delle discariche e accresca invece le pratiche di riuso e riciclaggio”. Ripropongono poi il reddito regionale di cittadinanza per “quelli che il lavoro non riescono a trovarlo e però hanno ugualmente il diritto di vivere con dignità. Si tratta, cioè, di muoversi in direzione diametralmente opposta alla “guerra ai poveri” portata cinicamente avanti dall’attuale governo, il quale come suo primo provvedimento ha voluto cancellare proprio la sacrosanta misura del reddito di cittadinanza”. Rivendicano, infine, “una politica regionale che faccia della Campania un luogo di pace (denuclearizzando, ad esempio, il nostro mare e ponendo fine alle servitù militari) e un luogo di inclusione e accoglienza (intervenendo, ad esempio, sulle tante barriere burocratiche che infelicitano la vita ai migranti)”.
“Non è un programma rivoluzionario – sottolineano i dirigenti regionali del Prc – ma una prospettiva di autentica democrazia progressiva, schierata senza incertezze al fianco di coloro che in questa società già vivono la pesantezza dello sfruttamento e della precarietà”.