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Il Governo dice no alla legge campana che prova a riscrivere le regole sulle candidature. Il Consiglio dei ministri ha infatti impugnato la legge regionale n. 6 del 29 maggio 2025, approvata dal Consiglio regionale della Campania, che modifica la legge 16 del 2014 sugli interventi di sviluppo economico e sull’ordinamento amministrativo.

La motivazione, riportata nero su bianco nella nota di Palazzo Chigi, è pesante: “talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di ineleggibilità, violano gli articoli 3, 51 e 122 della Costituzione”. In parole semplici, la legge campana avrebbe tentato di aggirare o modificare le regole statali che stabiliscono chi può candidarsi e chi no, in particolare per le cariche regionali.

Il nodo, sottoposto al giudizio della Consulta, è la candidabilità dei sindaci campani che, in virtù dell’ultima modifica approvata dalla maggioranza deluchiana, estromette le fasce tricolori dalla corsa per uno scranno a Palazzo Santa Lucia. 

Ora però il quadro potrebbe cambiare, con l’intervento del Governo ci si potrebbe trovare di fronte ad una bocciatura e quindi, di conseguenza, il ritorno in campo dei Sindaci. Se così dovesse essere, sarebbe una doccia gelata per quei primi cittadini che qualche settimana fa hanno lasciato la guida del proprio Comune per potersi dedicare alla prossima campagna elettorale regionale.