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di Anna Rita Santabarbara

Caserta – “Quello a cui abbiamo assistito in questi giorni è un’opera di mistificazione della realtà che danneggia la Campania, i suoi cittadini e la sua economia”. Così Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, apre la conferenza stampa tenutasi a seguito della tanto attesa e discussa firma del protocollo d’azione per la “Terra dei fuochi”, che ha visto riunirsi nel primo pomeriggio di ieri, nella Prefettura di Caserta, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e sette ministri, tra cui i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

“La Terra dei fuochi non è in Campania, ma è nel nord del Paese”, afferma con forza il governatore.

De Luca non contesta il protocollo da lui stesso approvato e firmato, che stabilisce le “competenze” in materia di gestione dei rifiuti. “Il protocollo firmato oggi fa chiarezza per quanto riguarda le responsabilità in materia ambientale, ma non era necessario fare un’operazione che rischia di comportare un danno di immagine immotivato e irresponsabile”.

L’immagine a cui si riferisce il governatore della Campania è strettamente legata alle sanzioni per infrazione ambientale imposte all’Italia dall’Unione Europea. “Oggi l’Italia paga 120.000 euro al giorno in sanzioni”, commenta De Luca, “mettere in piedi una campagna propagandistica che mira a danneggiare l’immagine del nostro paese di fronte all’Europa è un atteggiamento irresponsabile”.

E si infiamma ancora di più alla proposta di risolvere il problema rifiuti con la costruzione di termovalorizzatori, uno per ogni provincia, come suggerito dal Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

“Quando ero sindaco di Salerno fui io stesso, nel pieno dell’emergenza rifiuti del 2008, a proporre la realizzazione di un termovalorizzatore nella mia città. Ma l’operazione mi fu impedita dal governo Berlusconi, all’epoca in carica. Oggi, un termovalorizzatore non è più immaginabile. La normativa europea spinge per un’economia circolare e la Regione ha messo a punto un piano di intervento per la Campania che propone forme nuove, a partire dagli impianti di compostaggio, che consentono di smaltire l’umido e di convertirlo in compost per l’agricoltura. L’attenzione sarà rivolta a questo punto alla qualità della differenziata: se non differenzio bene, il compost è di bassa qualità e rischia di non trovare mercato”.

Saranno 15 gli impianti di compostaggio realizzati in Campania (il primo sorgerà a Pomigliano d’Arco). Per quanto riguarda le ecoballe, invece, prima di trasportarle fuori regione, sarà realizzato un sistema che permette di vagliare nuovamente il materiale riciclabile e di recuperare rifiuti che possono essere riutilizzati. Una manovra per cui la Regione ha stanziato complessivamente un miliardo di euro e che permetterà alla Campania di diventare “un modello nazionale nella gestione dei rifiuti e in politiche ambientali”, afferma il governatore. “Un rapporto dei Vigili del Fuoco segnala che tra gennaio e ottobre 2018 il numero dei roghi in Campania è sceso di 436 unità”.

In merito all’incontro con il presidente del Consiglio e i suoi ministri, De Luca si affretta a chiarire che in qualità di governatore ha firmato soltanto uno dei protocolli d’intesa presenti sul tavolo. “Il secondo protocollo d’intesa, che accennava a soggetti privati per il controllo dei dati oncologici, se lo sono firmati tra loro. Per la Campania i dati oncologici sono certificati solo dal registro tumori e dalla sanità pubblica. Questa Regione contesta altre proposte in maniera radicale”.

E alla domanda ironica circa l’efficacia reale del secondo protocollo d’intesa, De Luca ha ironizzato dicendo che si è trattato di “un bellissimo quadro presepiale” in cui non è stata chiara “tra chi sia stata raggiunta l’intesa”, dato che la Regione si è tirata fuori.