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di Gigi Caliulo

Nell’interminabile balletto post-campionato che sta animando il finale di stagione c’è una variabile che non va sottovalutata: siamo in Italia. E se a questo aggiungiamo il carico da 90 rappresentato dal settore coinvolto – il mondo del calcio – la frittura totale globale diventa piatto centrale della grande abbuffata. Accade, quindi, che la famosa frase spesso attribuita a Goebbels (Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità) trova terreno più che fertile nel fangoso pantano nel quale nuotano, più o meno volentieri, Salernitana, Samp, Brescia e Frosinone.
Siamo appena al primo grado di giudizio, la vicenda-Brescia ha partorito una sentenza “asciutta” del TFS: otto punti di penalizzazione (quattro in questa stagione, quattro nella prossima) e un paio di inibizioni. Un dispositivo che condanna “semplicemente” le Rondinelle. Un piccolo scritto di qualche riga che pure ha scatenato una montagna di commenti, fughe in avanti, ipotesi e conclusioni che allo stato non hanno ragione di esistere.
Bene fa la Salernitana a proseguire la preparazione, ad allenarsi e a mantenere altissima la concentrazione. Benissimo ha fatto il patron Iervolino a fare visita al gruppo e a dare un segnale di presenza ai calciatori e allo staff tecnico. Ma c’è ancora tanta strada da percorrere e troviamo difficile, in tutta onestà, dare con certezza matematica un punto di arrivo stabilito oltre il quale non si potrà andare. Tra una decina di giorni avremo il secondo round della querelle-Brescia. Se anche in appello la sentenza verrà confermata la parola passerà alla Lega che dovrà decidere i passaggi successivi. Avrà il coraggio di far rispettare le sue stesse regole mandando in C direttamente quattro squadre annullando i playout o “forzerà” il protocollo per tendere una mano alla Sampdoria facendo il contrario di ciò che fece nel 2019 col Foggia? E ancora: siamo certi che, con una sentenza orientativamente emessa intorno al 13 giugno sarà possibile far giocare i playout dopo 48 ore? Il Brescia – o la Sampdoria, o entrambe – accetteranno passivamente il verdetto o sceglieranno la via della giustizia amministrativa?
La strada è ancora lunga e la sensazione è che gli spareggi salvezza non si giocheranno tanto facilmente, seppur dopo oltre un mese dal termine della stagione regolare.
Inevitabile – e comprensibile – si lancia nel minestrone anche il sale della forte protesta del popolo di fede granata che, a più riprese, sta manifestando con compostezza ed altrettanta rabbia nei confronti di una situazione nella quale l’unica vera vittima è la Salernitana, palleggiata tra decisioni e sentenze, ricorsi ed ipotesi.
L’ennesimo, pessimo spettacolo offerto dal circo pallonaro, sempre meno divertente e sempre più patetico.