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“Nei giorni scorsi il ministro Bianchi ha preso la decisione di annullare per quest’anno le prove standardizzate Invalsi nelle classi seconde delle scuole secondarie di secondo grado. La decisione prende atto della difficile situazione delle scuole e del tormentato anno didattico che è stato vissuto con grande fatica da studenti, insegnanti e genitori, rendendo decisamente fuori luogo la somministrazione di test come se tutto fosse come due anni fa. E’ evidente che le prove che sono state elaborate per raccogliere dati in una situazione di normale didattica non possono essere ragionevolmente proposte nel contesto presente. Se però appare assennata e condivisibile la decisione per queste classi, risulta francamente incomprensibile la conferma contestuale di tutte le altre prove Invalsi, quelle rivolte ai maturandi, agli studenti delle scuole secondarie di primo grado, alle bambine e ai bambini di quinta e seconda elementare. Da una parte osserviamo una presa d’atto della drammaticità dell’emergenza che la scuola italiana sta vivendo, ma allo stesso tempo risulta evidente un’ostinazione burocratica a confermare nei marosi della pandemia i rigidi assolvimenti della scuola pre-pandemica”. A scriverlo sono i Cobas della scuola che chiedono al Ministero di sospendere quest’anno tutte le prove Invalsi.

I Cobas chiedono anche di aprire, a partire da questa estate, un confronto ad ampio raggio sulle modalità di valutazione nella e della scuola italiana. “Il sistema messo a punto dall’Invalsi in questi anni a fronte di ingenti spese ha prodotto dati di conoscenza dalla scarsa affidabilità e utilizzabilità per migliorare la scuola nazionale a prezzo di pesanti effetti controproducenti sulla didattica e sull’organizzazione della scuola” , proseguono i Cobas, i quali, per tutto questo, indicono uno sciopero della primaria il 6 maggio, giorno della prova Invalsi di italiano in seconda e quinta elementare, e invitano i lavoratori e le lavoratrici di tutti gli ordini di scuola alla mobilitazione per il ritiro dei quiz Invalsi.