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Sono giorni caldi, probabilmente decisivi. In ballo ci sono il destino e il futuro del calcio italiano. La decisione definitiva spetterà al Governo e questa mattina dell’argomento è tornato a parlare Vincenzo Spadafora. Il ministro con delega allo sport è intervenuto durante in Senato, questi alcuni passaggi della sua informativa.

Calcio – “Mi sono tenuto in collegamento con tutti i ministri dello Sport in Europa per avere una linea comune. C’è stato un eccessivo inasprimento del dibattito politico e mediatico sul calcio, incomprensibile per milioni di italiani che sono alle prese con problemi importanti come salute e lavoro”.

Protocollo – “Ci sono state numerose osservazioni da parte del Cts sulla ripresa, ne cito tre: squadra in quarantena in caso di contagio, responsabilità ai medici dei club per il rispetto del protocollo e impatto zero tra i numerosi esami che dovranno sostenere le squadre e la vita dei cittadini. Saranno prese in considerazione dalla Figc che riadatterà il protocollo per riprendere gli allenamenti dal 18″.

Campionato – “Se riprenderà, come tutti auspichiamo, sarà perché ci sarà stata una successione accurata di attività e protocolli che permetteranno di riprendere in sicurezza. Non è possibile riprendere solo per una spinta strumentale. L’incertezza non riguarda solo l’Italia, gli unici Paesi che hanno deciso sono quelli che hanno sospeso il campionato. Tutti gli altri, compresa la Germania, hanno aspettato lo sviluppo degli eventi, rinviando di volta in volta la decisione”.

Paragone – “Qualcuno si è chiesto come mai se in un supermercato una cassiera risulta positiva non si chiude il negozio mentre nel caso di una squadra si prescriva che vada tutta in quarantena? La risposta è banale: nel supermercato è possibile tenere il distanziamento e utilizzare le mascherine, nel calcio non è così. I calciatori devono marcarsi e assembrarsi in area di rigore. Per questo nasce l’autoisolamento per tutti”.