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Il dieci in matematica è un numero pari, un numero felice; a scuola chi prendeva dieci era considerato il migliore. Nel calcio, si trasforma in un numero cardinale, diventando quello più ambito, in quanto rappresenta il numero del fantasista e del giocatore più forte della squadra. 

Lorenzo Insigne è sbocciato in tutto il suo splendore e ha trovato finalmente la consacrazione anche fuori dai confini napoletani: la gloriosa maglia numero 10 della Nazionale è stata onorata al meglio. Vince 5-0 l’Italia di Ventura contro il Liechtenstein e l’assoluto protagonista è proprio il calciatore partenopeo che ha coronato la sua grande prestazione con un gol meraviglioso, sbloccando la gara. Dopo essersi preso il Napoli, lo scugnizzo di Frattamaggiore si è preso anche la Nazionale. La speranza, ovviamente, è che possa nascere il degno erede dei grandi numeri 10 azzurri. Un compito arduo per il napoletano, se si pensa ai grandissimi della storia del calcio italiano. Da Meazza a Sandro Mazzola, passando per Rivera e Antognoni, fino a Zola e soprattutto Roberto Baggio, per finire con il sano dualismo tra Totti e Del Piero sfociato nella vittoria nel Mondiale di Germania 2006.  Mostri sacri della nostra tradizione e storia.

Dopo la partita “Lorenzinho” ha parlato ai microfoni di Sky Sport: Siamo partiti con la giusta voglia, forse troppa. L’importante è averla sbloccata, nella ripresa abbiamo giocato con maggiore serenità. Sul gol ho provato a tirare, sono contento di aver portato in vantaggio la Nazionale. Con la Spagna non sarà semplice, affronteremo una squadra fortissima, cercheremo di giocare da grande per ottenere il risultato. Si può vincere di squadra, loro hanno qualità, possiamo fare male sulle fasce. Il 10 è un numero importante, sono orgoglioso di aver giocato con questa maglia”.