“Il Tar accogliendo le nostre argomentazioni ha ritenuto che il prefetto abbia introdotto delle misure straordinarie a carattere tendenzialmente permanente: in altri termini, attraverso l’aura dell’emergenza si è introdotto uno strumento di governo dell’ordine pubblico in via emergenziale, appunto, facendolo diventare uno strumento ordinario. E questo non è consentito perché è al di fuori di ogni previsione del Tulps, il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza”. Lo afferma Andrea Chiappetta, ricercatore in Diritto Costituzionale all’Università Federico II di Napoli e componente del team legale, insieme con l’avvocato Stella Arena, che ha proposto il ricorso contro le zone rosse a Napoli, accolto dal Tar.
“La nostra argomentazione – spiega Chiappetta, in una conferenza stampa nel centro storico di Napoli, a Largo Banchi Nuovi, insieme ai giovani di alcuni centri sociali – è stata accolta dal Tar che ha ritenuto come il prefetto di Napoli abbia esercitato il potere di ordinanza prefettizia al di fuori dei limiti consentiti dall’ordinamento costituzionale e amministrativo. Nello specifico, i giudici della V sezione del Tar Campania hanno ritenuto che i poteri emergenziali che il Tulps riconosce all’autorità di pubblica sicurezza nel caso di specie non fossero sussistenti. Il prefetto ha annunciato ricorso al Consiglio di Stato, noi riteniamo che le nostre argomentazioni siano solide perché si rifanno alla giurisprudenza costituzionale che è granitica e a una giurisprudenza amministrativa conforme sul potere extra ordinem per cui non temiamo ribaltamenti rispetto alla pronuncia dei giudici del Tar della Campania”.
Sul tema è intervenuto anche Leone Curti, membro del coordinamento No Zone Rosse Napoli: “Per noi – spiega – le zone rosse, come il Decreto Caivano e il Decreto sicurezza sono simbolo di una torsione autoritaria da parte del Governo Meloni, che non solo reprime chi esprime il proprio dissenso ma affronta la marginalità sociale attraverso politiche securitarie e repressive e non affrontano i problemi della società attraverso le politiche di welfare. Ci sono continui tagli allo stato sociale, il governo Meloni ha iniziato il suo mandato tagliando il reddito di cittadinanza e più di un miliardo di euro all’università. Vediamo come l’unica risposta a problemi di marginalità sociale arrivi attraverso politiche securitarie e repressive. Sullo stop alla zona rossa a Napoli ci aspettavamo il ricorso del Prefetto, andremo al Consiglio di Stato ma siamo fiduciosi perché la nostra giurisprudenza è solida, si basa sulla Costituzione, in cui crediamo”.
Stop zone rosse: legale, Consiglio Stato confermerà sentenza Tar

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