- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Napoli – “Se gli investimenti previsti nel Pnrr saranno realizzati tutti, è stato calcolato che al Sud avremo nel prossimo quinquennio un incremento del Pil del 24 per cento mentre la media nazionale si attesterà intorno al 15 per cento”.

Lo ha detto il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, intervenuta con un videomessaggio alla presentazione del Bilancio di Genere dell’Università Federico II di Napoli. Il ministro ha sottolineato che “la ricaduta del Pnrr sull’occupazione al Sud può comportare anche una crescita dell’occupazione femminile del 5,5 per cento e del 4 per cento di quella giovanile. Centinaia di migliaia di donne e giovani meridionali potrebbero trovare lavoro senza dover abbandonare il Sud e l’Italia. Finalmente – ha concluso – sarà possibile invertire una tendenza che ha impedito sviluppo, prosperità e realizzazioni personali”.

‘L’occupazione femminile qualificata – ha proseguito la Carfagna – è indispensabile per il rilancio del Paese, soprattutto al Sud dove purtroppo lavora solo una donna su tre. Dobbiamo creare posti di lavoro e contemporaneamente liberare tempo per le donne contando sulle infrastrutture sociali, altrimenti anche la più brillante delle laureate sarà prima o poi costretta a scegliere tra carriera e famiglia”. 

“Abbiamo posto subito come prioritario il tema dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni. Si tratta di una disposizione costituzionale rimasta lettera morta per oltre 20 anni e la cui mancata attuazione crea profonde diseguaglianze tra i territori, determinando quella che più volte ho definito una discriminazione per residenza”. 

Carfagna ha infine evidenziato che “ad oggi i fondi nazionali non vengono distribuiti in base al reale fabbisogno dei Comuni del nostro territorio, ma seguendo il criterio della spesa storica per cui chi spende 100 riceve 100 e chi spende zero riceve zero. Questo – ha sottolineato – genera inevitabilmente delle profonde differenze perché non dà modo alle zone più penalizzate di recuperare i divari”. Il ministro ha esposto l’esempio degli asili nido per cui – ha affermato – “nel Nord Italia ogni 100 bambini ci sono 32 posti all’asilo nido, mentre al Sud ne abbiamo meno della metà: 13,5. La stessa disparità – ha aggiunto – riguarda i trasporti, l’assistenza alle persone anziane o con disabilità e il tempo pieno nelle scuole. Proprio per questo abbiamo deciso di batterci per attuare finalmente le disposizioni sui Lep e stiamo già lavorando sul capitolo che riguarda gli asili nido e gli assistenti sociali. Potremmo ricavare un doppio vantaggio: dare finalmente un livello di servizi degno di un Paese civile e dare anche una spinta all’occupazione. Molte donne e molti giovani potrebbero trovare lavoro in questi nuovi servizi fin dalla loro progettazione e realizzazione”, ha concluso.