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La pandemia che ormai ha colpito un po’ tutto il mondo da diverse settimane a questa parte sta attenuando la sua forza virale e, fortunatamente, c’è la possibilità progressivamente di tornare a riassaporare la vita pre-Coronavirus con le varie riaperture, anche a livello territoriale. Certo, con qualche differenza, come ad esempio il fatto di dover indossare le mascherine piuttosto che rispettare il distanziamento sociale.

A livello economico, però, la pandemia ha rappresentato uno sconquasso non indifferente, dal momento che sta portando in dote una regressione che non si vedeva parecchio tempo, soprattutto all’interno del Vecchio Continente. Un clima di incertezza che, a prima vista, sembrerebbe non favorire nemmeno tutti coloro che sono soliti operare nell’universo del trading online, ma cerchiamo di capire se conviene davvero investire in Borsa o meno in questo periodo storico.

Trading online: come farlo in sicurezza?

In fondo, la possibilità di sfruttare uno strumento che consente di investire sul mercato borsistico senza, però, porre in pericolo tutto il proprio patrimonio, è un’opzione da tenere chiaramente in considerazione. Il trading, infatti, rappresenta il sistema probabilmente più azzeccato anche per tutte quelle persone che per la prima volta si approcciano a questo mondo e non hanno mai visto una negoziazione sui mercati nella loro vita.

Con la tecnologia attuale, svolgere le diverse operazioni ed eliminare le varie intermediazioni ed attese è stato semplice, anche se chiaramente, tale notevole facilità nell’accedere ai mercati ha aumentato anche il numero di rischi, con tanti potenziali truffatori che non attendono altro che l’occasione giusta per sfilare soldi dagli utenti meno pratici ed esperti.

Proprio per questa ragione, prima di cominciare a investire in Borsa con il trading e terminare la propria “corsa” in tranelli messi in piedi da qualche malintenzionato, è fondamentale scegliere con la dovuta cura e attenzione il broker con cui dare il via alle operazioni di investimento. I broker che si possono considerare validi e di qualità sono quelli che sono oggetto dell’apposita regolamentazione da parte degli organi di controllo finanziario, operando sul territorio nel pieno rispetto delle regole. Serve una licenza per poter offrire tali servizi di investimento: qualora non ci dovesse essere, allora bisognerebbe farsi immediatamente qualche domanda. Altri elementi da considerare nella valutazione di un broker affidabile, è la presenza di materiale formativo e di vari strumenti che mirano a garantire il massimo supporto negli investimenti. Attenzione, in modo particolare, a quelle piattaforme che non prevedono nemmeno un conto demo per i propri utenti registrati. E, infine, occhio alle spese di commissione, che non dovrebbe mai essere eccessivamente alte.

Italia e criptovalute, in aumento il Bitcoin

Anche se la percezione che si ha quando si parla del Bitcoin in Italia non è mai particolarmente positiva, in realtà un’indagine svolta piuttosto di recente avrebbe fatto emergere come gli italiani non siano affatto contrari dalla diffusione delle criptomonete e, ovviamente, del Bitcoin.

Anzi, pare proprio che il popolo italiano preferisca le stesse criptovalute a metodi di pagamento classici, come ad esempio American Express, Mastercard e Visa. Sembra che, tra i sistemi di pagamento maggiormente diffusi sul web da parte degli italiani ci siano solamente PayPal e PostePay. Dietro di loro? Con grande sorpresa i Bitcoin.

Scendendo un po’ più nei dettagli, la ricerca è stata portata a termine alla fine del 2019 dalla società di analisi di marketing SEMRush e avrebbe permesso di capire come il Bitcoin verrebbe sfruttato dagli italiani ben 215 mila volte al mese per compiere degli acquisti sulle numerose piattaforme di eCommerce che sono presenti sul web. Invece l’uso delle carte di credito, come ad esempio Mastercard o Visa, sarebbe molto più limitato, addirittura aggirandosi intorno alle 34 mila transazioni al mese. Discorso completamente diverso per PayPal e Postepay, che raggiungere rispettivamente 1,3 e 1,2 milioni di transazioni ogni mese.