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La traduzione inglese-italiano è la più semplice in assoluto? Forse, ma è sempre meglio non affidarsi al classico “cugino”: ecco perché.

La lingua inglese è ancora il simbolo dell’internazionalizzazione a tutti i livelli che ha caratterizzato gli ultimi decenni del mondo. L’inglese si insegna nelle scuole, si utilizza in ogni settore (soprattutto quello commerciale e quello scientifico), è entrato a gamba tesa nel nostro linguaggio quotidiano grazie a espressioni ibride ma ormai sdoganate come brieffare, schedulare, flaggare, refillare.

Se le cose stanno così, e se l’inglese ormai è diffuso (quasi) a ogni livello della società, ha ancora senso affidarsi a un traduttore inglese-italiano professionale?

Il dilemma del traduttore automatico

I software di traduzione automatica sono ormai diventati sempre più sofisticati e sempre più in grado di fornire una traduzione esatta e sensata di testi più o meno lunghi. Per questo motivo molti hanno cominciato a pensare che per tradurre un testo dall’inglese all’italiano basti cliccare un paio di volte e la rete, magicamente, restituirà un testo tradotto in maniera corretta.

Purtroppo (o per fortuna) non è affatto così. L’utilità delle traduzioni automatiche effettuate tramite software è innegabile, ma molto limitata. Si può utilizzare serenamente il traduttore automatico per tradurre testi molto lunghi di cui è necessario avere un’idea generale, ma non è assolutamente consigliabile utilizzare il testo tradotto automaticamente in documenti pubblici o addirittura ufficiali.

Quindi usare o non usare il traduttore automatico? La risposta è sì: basta essere consapevoli dei limiti di un software gratuito e del fatto che una revisione umana è sempre necessaria per rendere il testo fluente anche nella lingua di arrivo.

L’errore del cugino

Un altro errore molto comune, derivato essenzialmente dalla superficialità, è credere che basti avere una media conoscenza della lingua inglese per eseguire correttamente la traduzione di un testo scritto, e che quindi si possa serenamente affidare un lavoro di traduzione dall’inglese all’italiano al classico “cugino” che ha lavorato alcuni mesi a Londra. Purtroppo non funziona così.

Innanzitutto, al fine di riuscire a rendere correttamente in italiano il tono e l’intento del documento originale, è necessario avere la piena padronanza della lingua italiana scritta, faccenda non banale.

In seconda battuta, nel caso di un testo settoriale o specializzato, è necessario avere almeno un’infarinatura di base dell’argomento trattato dal testo. Per traduzioni settoriali è infatti necessario usare correttamente un linguaggio tecnico o espressioni gergali caratteristiche di un determinato ambito: se non si conosce l’argomento è molto difficile riuscire a utilizzare correttamente un linguaggio settoriale di cui si è completamente a digiuno.

Come se non bastasse, anche il traduttore più volenteroso del mondo, se non è un professionista o non è assistito da una squadra di collaboratori, incapperà necessariamente in errori di battitura o altre sviste che avrebbero potuto essere facilmente corrette con un’opportuna revisione delle bozze. Nemmeno a dirlo, anche quella del correttore di bozze è una figura professionale dotata di skill specifiche.

Il modo migliore per non incappare nelle insidie di una traduzione raffazzonata e inesatta è quindi quello di affidarsi a un traduttore inglese-italiano professionale, tenendo presente che c’è una bella differenza tra la traduzione inglese-italiano e quella italiano-inglese: se per la prima basta un madrelingua italiano, per la seconda è strettamente necessario affidarsi a un madrelingua inglese.