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Il “postino” suona sempre due volte, Massimo Troisi da 25 anni non bussa più alla porta delle case degli italiani. Un quarto di secolo è passato e Massimo manca tantissimo. Non solo al cinema italiano, ma a tutti i nostri conterranei, cinefili e non. 

Ne ha vissuti tanti di giorni da leone, magari qualcuno da pecora anche se avrebbe firmato per la via di mezzo “da orsacchiotto”, di certo ha vissuto troppo poco. Quarantuno anni vissuti tra un’infanzia difficile ed una maturità artistica di prestigio, il day after la fine delle riprese del film “Il Postino” ed il ritiro ad Ostia dalla sorella Annamaria per soddisfare un bisogno di riposo che si sarebbe poi rivelato eterno. Perchè quel film lo aveva segnato, faticoso ed emozionante, ma come i grandi geni l’opera postuma è la summa di una carriera che ne ha messo in risalto le grandi doti davanti una macchina da presa ma anche quando le luci del set erano spente. 

L’erede di Eduardo, il “Pulcinella senza maschera”, capostipite della nuova Napoli con Pino Daniele, Roberto De Simone, Enzo Decaro e Lello Arena ha poi varcato la napoletanità esportandola, facendola conoscere a tutti, soprattutto facendosi comprendere anche quando la cadenza si accentuava. Ci mancherà Massimo e a noi, nonostante il quarto di secolo ormai trascorso dalla sua dipartita, “non ci resta che piangere”.