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«L’Unci sta mettendo in campo ogni sforzo per non lasciare sole le imprese cooperative ed i lavoratori, anche e soprattutto in questa difficile fase di emergenza. E’ il momento, dunque, di provare a fare un po’ di chiarezza sulle misure introdotte dal governo, per consentire a tutti di cogliere le opportunità previste dalla legge». Ad affermarlo è Gennaro Scognamiglio, presidente della Federazione regionale dell’Unione nazionale cooperative italiane.

«Con il decreto “Cura Italia” – prosegue il numero uno dell’organizzazione di rappresentanza delle realtà mutualistiche della Campania – sono stati stanziati fondi sia a sostegno dei lavoratori dipendenti, che autonomi, per la cassa integrazione in deroga e le indennità per il mancato introito delle attività. Stiamo, comunque, sollecitando le istituzioni a tutti i livelli, affinché non solo siano confermati tali interventi anche per i prossimi mesi, ma si predispongano provvedimenti ad hoc per alcuni settori specifici particolarmente colpiti dalla crisi o rimasti fuori dal decreto. Proviamo, dunque, a fare chiarezza sulle misure adottate, con un semplice vademecum, rinviando per ulteriori dettagli e moduli ai nostri portali web e canali social».

Cassa integrazione in deroga. Chi può beneficiarne e quali sono le procedure per richiederla? «Il trattamento – spiega Scognamiglio – è erogabile per i lavoratori di tutte le imprese, anche gli apprendisti, comprese quelle con meno di 5 dipendenti, di qualunque comparto, inclusi quello agricolo, della pesca e del Terzo settore, operanti nel settore educativo e scolastico. La domanda può essere presentata dal datore di lavoro, presso la Regione, per un periodo decorrente dal 23 febbraio 2020, fino ad un massimo di 9 settimane, da completarsi entro il mese di agosto 2020. Il compenso previsto è pari all’80% della retribuzione globale al lordo del contributo apprendista (pari al 5,45%)».

Bonus 100 euro dipendenti che lavorano in sede. A chi spetta e come funziona?      «E’ rivolto a tutti i lavoratori dipendenti con un reddito complessivo non superiore a 40.000 euro, che nel mese di marzo abbiano svolto le proprie mansioni presso la sede di lavoro. Nel caso in cui, invece, soltanto in una frazione del mese si sia lavorato in sede, l’importo del bonus va calcolato in proporzione al numero di giorni effettivamente svolti. Si tratta sostanzialmente di un beneficio per i dipendenti che, non potendo lavorare da casa, in smart working, si sono esposti ad un maggior rischio-contagio».

Indennità lavoro autonomo.  Che cos’è e chi ne può fare richiesta? «E’ un aiuto –  chiarisce il presidente di Unci Campania – per il mancato introito, dovuto all’emergenza, pari a 600 euro, destinato ai liberi professionisti, ai titolari di partita Iva, ai co.co.co. (i collaboratori con contratto coordinato e continuativo) e ai lavoratori stagionali dello spettacolo, iscritti alla gestione separata Inps, che non percepiscano già una pensione e non siano iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria. La domanda va presentata all’Inps».