Ha fatto il giro del web il video registrato durante un evento di Coldiretti a Benevento, in cui alcuni partecipanti intonavano “Faccetta nera”, canzone legata al ventennio fascista. Le immagini hanno rapidamente scatenato polemiche, condanne da più parti e una forte eco mediatica, confermando quanto episodi simili riescano a diventare immediatamente virali.
Ed è proprio qui che entra in gioco il ruolo dei social: strumenti che, se da un lato funzionano da amplificatori potentissimi per ogni episodio negativo, dall’altro faticano spesso a dare la stessa risonanza a notizie positive, iniziative virtuose o momenti di valore. Il rischio è quello di avere una narrazione pubblica sbilanciata, dove ciò che fa scandalo corre veloce, mentre ciò che costruisce fatica a emergere.
Al di là dell’episodio specifico – da condannare senza esitazioni – va però sottolineato anche un altro aspetto: la reazione online. Scorrendo i commenti, accanto alle legittime critiche, emergono infatti toni generalizzanti e pericolosi, con utenti pronti a “fare di tutta l’erba un fascio”, colpendo indiscriminatamente categorie, o come in questo caso, l’impegno e il buon lavoro che il mondo Coldiretti mette in campo a tutela delle aziende agricole, della promozione del ‘Made in Italy’ e a tutela dei consumatori.
Il caso di Benevento che ha coinvolto Coldiretti, dunque, è l’ennesima dimostrazione di come i social riflettano – e spesso esasperino – il nostro modo di reagire agli eventi: rapidi a condividere l’indignazione, meno inclini a valorizzare ciò che merita attenzione positiva, e non sempre attenti a mantenere equilibrio e responsabilità nelle parole.
Sulla questione è intervenuto anche il presidente di Coldiretti Campania, Ettore Bellelli, che raggiunto in occasione dell’inaugurazione del Bufala Fest ha commentato: “Se si vuole screditare il lavoro di Coldiretti mostrando nei social una bravata da parte di qualcuno, questo assolutamente noi non lo possiamo accettare”
L’intervista integrale: