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Valva (Sa) – “L’8 marzo sia un momento di riflessione e di confronto autentico sulle strategie da attuare per fermare la violenza di genere e le disparità affinché le donne non siano mai più lasciate sole dalla società e dalle Istituzioni”.  È la riflessione sulla giornata internazionale della donna, dell’avvocato cassazionista e politico salernitano, Michele Cuozzo.  

Parità di genere ma anche cultura del rispetto della donna che diventa sempre più oggetto di violenze, offese e disparità di trattamento economico. Uno scenario preoccupante in cui le donne, ancora oggi, continuano a subire violenze e maltrattamenti dinanzi al silenzio di familiari, amici, colleghi di lavoro e spesso vicini di casa. Vittime di violenze, di offese e di odio, quest’ultimo che si riversa e si propaga nel web attraverso i canali social, aumentando in tempi di pandemia da coronavirus. La realtà difficile di uno “lato oscuro” del Paese in cui i comuni della Valle del Sele e Tanagro non ne sono esenti e dove alle inaugurazioni delle panchine rosse e ai convegni sulla parità di genere e la lotta ad ogni forma di violenza sulle donne, seguono ancora troppi pochi gesti concreti da parte di politica e società civile. 

A denunciarlo è lo stesso legale, difensore di centinaia di donne vittime di violenza: “La lotta alla violenza sulle donne – dice Cuozzo, rivolgendosi alla politica – non si riduca ad un mero slogan di facciata ma diventi impegno costante nelle politiche territoriali perché non bastano le inaugurazioni delle “panchine rosse” quali testimonianza di un fenomeno che deve scuotere le coscienze di tutti.  

Le forze dell’ordine – sottolinea il legale, facendo riferimento al ruolo dei militari nella repressione delle violenze di genere di cui le donne ne sono oggetto nell’ambito domestico o sui posti di lavoro e alla repressione di tali fenomeni con le leggi a tutela delle vittime -non siano lasciate sole nel denunciare questi fenomeniche che quando emergono, è ormai già troppo tardi”. 

Violenze che spesso si traducono quale conseguenza delle azioni, in omicidi o tentati omicidi delle donne per mano di fidanzati e mariti. 

“Servono – dice Cuozzopolitiche territoriali e strumenti che diano alle donne che subiscono violenze e vivono nella solitudine e nell’indifferenza della società, una tutela che sia umana e morale, oltre che giuridica”.  Poi il monito alla politica e alla gente della Valle del Sele – “società civile e istituzioni politiche locali non possono ignorare questo fenomeno ma hanno il dovere di fare rete per far emergere quanto avviene nelle case e suoi luoghi di lavoro perché silenzio e indifferenza-tuona-si traducono in complicità. L’8 marzo – conclude il politico – diventi, nel ricordo delle donne che persero la vita in fabbrica, un rinnovato impegno per costruire una coscienza nuova che veda protagonista ogni singolo cittadino quale custode della vera uguaglianza”.