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Cilento – “La forza e la determinazione di raccontare la mia disabilità e la mia vita in un libro è un sogno che diventa realtà”. Non nasconde l’emozione di aver raccontato la sua vita, le difficoltà e i sogni che si scontrano quotidianamente con le barriere fisiche conseguenti la disabilità che la costringe a vivere su una sedia rotelle, Manuela Fagone, 41 anni, giovane psicologa di origine siciliana ma cilentana di adozione, autrice del romanzo autobiografico “Ho sognato che bussavi alla mia porta” edito da BookSprint Edizioni.

Un racconto autobiografico quello che la psicologa salernitana che ha dedicato alla madre scomparsa prematuramente – “La scrittura – spiega la scrittrice – per ricordare la memoria di mia madre e raccontare la mia vita e la mia disabilità alle persone. Chi è disabile – chiosa Fagone – comprende bene che il poter scrivere un libro usando la tastiera del pc diventa una cosa complicata e difficile, ma io-aggiunge-ho voluto sfidare i limiti imposti dalla mia condizione che ho sempre visto come una normalità e scrivere il mio romanzo con l’uso del cellulare. La vita è un dono importante per non condividere le proprie emozioni con gli altri”- chiosa.

L’esistenza di limiti e di invalidità – prosegue – non deve condizionare e limitare la vita, ma è in simili situazioni che emerge ancor più il coraggio di emozionarsi, affidandosi all’amore profondo dei familiari e all’affetto degli amici veri, senza smettere di sognare”.

Emozioni e sogni, che fanno delle parole di Manuela, un messaggio di vita. Di lì, il libro pubblicato qualche mese fa dalla casa editrice salernitana Book Sprint e reperibile in edicola e online.

Laureata in psicologia all’Università “La Sapienza” di Roma, specializzata come sessuologa e psicoterapeuta con indirizzo cognitivo comportamentale, Fagone esercita la sua attività professionale nella cittadina cilentana affacciata sul mare della frazione di Palinuro dove ha scritto il primo romanzo autobiografico.

Un viaggio tra i ricordi e la felicità, il testo. La promessa di scavare nella memoria del tempo e ricavare qualcosa che si avvicini alla realizzazione di un sogno. Il racconto della vita di una madre, attraverso gli occhi di una figlia, per arrivare poi alla sua storia. Una storia, quella della giovane psicologa, difficile ma intensa, vivendo la disabilità come una prova di resistenza che non limita la capacità e la voglia di amare. Proprio l’amore, accompagnato dal coraggio, diventa per l’autrice del libro, l’arma per combattere e vincere ogni sfida.