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Salerno – “Non è un programma ma un progetto unitario per la città che parte da lontano e che si forma in quindici anni di partecipazione tra le gente e le istituzioni, e che trova traccia nel tempo e negli atti, una visione di città basata sul mare e sul fare sistema in mano pubblica“.

Cosi l’avvocato Antonio Cammarota ha aperto la conferenza stampa di presentazione del programma elettorale, evidenziando come “l’alternativa al potere non si improvvisa, ma si costruisce nel tempo con la competenza, la credibilità e la coerenza”.

Abbiamo visto la piazza della Libertà, completata, la stazione marittima che unisce Salerno con Vietri sul Mare e ancora di più, in questo momento, emerge l’utilità della nostra proposta, iscritta agli atti del consiglio comunale del 2018, di costruire un grande porto a sud della città, com’è anche negli atti del consiglio provinciale del 2012, consentendo all’infrastruttura di crescere e creare nuovi posti di lavoro, liberando la città e facendo iniziare la Costiera non da Vietri ma da Salerno”.

Occorre fare sistema per difendere la nostra economia, valorizzare la nostra identità ma soprattutto darne una precisa a Salerno”, prosegue Cammarota. “Salerno, in questo momento, non è né carne né pesce. Deve sintetizzare nella città del mare il suo sviluppo a tutti i livelli. Con l’industria nautica, con i grandi eventi per mano pubblica, la promozione del turismo marino e la movida del mare. Tutto questo, oggi, non c’è in una città che non ha neppure l’assessorato al turismo. Con noi ci sarà anche quello del mare. La realtà aumentata, come avviene ad Oliveto Citra, quale strumento innovativo, pratico e tecnologico di sviluppo e promozione del territorio per conoscere tutte le sue caratteristiche, informazioni e bellezze. Ancora il commercio, il suo sviluppo e la sua valorizzazione anche con la creazione di isole pedonali nei quartieri per dare respiro alle attività produttive. Si pensi al Carmine, Pastena o via Irno”, prosegue ancora Cammarota.

Fare sistema significa creare dei marchi di tutela: per le Luci d’artista fu proposto nel 2013. E ancora, per l’artigianato: si pensi alla ceramica che è nata qui o alla tutela dell’uva Sanginella, al marchio del commercio, con iniziative mirate, della moda e del fashion, per creare la città del talento, una struttura fissa di formazione delle arti e dello spettacolo. Quindi l’assessorato al lavoro che oggi manca, che faccia da collante e sia la parte pubblica con le categorie private, per la produzione, per difendere il lavoro dei nostri giovani attraverso la clausola sociale. Chi vince bandi, commesse, appalti deve destinare una percentuale ai nostri giovani sulla base di una graduatoria ad evidenza pubblica”, conclude Cammarota.