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Salerno – “Piena applicazione alla legge n. 170 del 2010 a favore degli studenti affetti da disturbi specifici dell’apprendimento”. A chiederla è la senatrice salernitana del Movimento 5 Stelle, Luisa Angrisani.

A quanto dichiara nella interrogazione al Ministro dell’Università e della Ricerca, la n.4-05038 pubblicata in Senato nella 304ma seduta, l’esigenza sarebbe avvertita anche all’interno della Università di Salerno.

Angrisani afferma: “Maggiori tutele per gli studenti affetti da disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e uniformità di metodo nelle università. I disturbi specifici dell’apprendimento comprendono, tra gli altri, la dislessia, la disgrafia, la discalculia, la disortografia e la disprassia, che comportano la non autosufficienza durante il percorso scolastico in quanto interessano, nella maggior parte dei casi, le attività di lettura, scrittura e calcolo. Pertanto i disturbi specifici dell’apprendimento possono rendere difficile la vita a scuola, se questi studenti affetti da DSA non vengono aiutati nella maniera corretta. Attualmente, purtroppo i bambini e i ragazzi con dislessia o altri DSA non hanno diritto all’insegnante di sostegno, hanno però diritto, grazie alla legge n. 170 del 2010, a strumenti didattici e tecnologici di tipo compensativo come sintesi vocale, registratore, programmi di videoscrittura e con correttore ortografico, calcolatrice, oltre e a misure che permettono loro di sostituire alcuni tipi di prove con altre equipollenti più adatte”.

Sulla vicenda in Ateneo, afferma: “La giovane studentessa presso l’università di Salerno con DSA, con cui ho potuto personalmente parlare, ha rilevato complicazioni e divergenze di vedute e assenza di uniformità nell’interpretazione di formulari e mappe concettuali, nonché di strumenti materiali volti a facilitare l’apprendimento, la preparazione e la tenuta di un esame, rispetto a quanto proposto ed accettato dal corpo docente. Nell’ultimo periodo e soprattutto in era COVID sono sempre più numerose le notizie di cronaca che testimoniano l’insufficienza delle misure di sostegno nei riguardi dei soggetti, anche universitari, con disturbi dell’apprendimento e certamente la pandemia non può costituire un alibi per le manchevolezze dei soggetti pubblici e di tutti coloro che istituzionalmente devono assicurare il giusto aiuto per le persone che presentano deficit psicofisici tali da pregiudicarne il diritto allo studio. Proprio per richiamare tutte le istituzioni ai propri doveri, partendo dal Governo- conclude la senatrice – ho deciso di chiedere alla Ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, se intende evitare il ripetersi di altre situazioni, come quella raccontatami dalla studentessa dell’università di Salerno, e predisporre linee guida più chiare per gli atenei italiani riguardo all’utilizzo di strumenti compensativi destinati agli studenti con DSA”.