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Salerno – Arriva, dura ed alquanto decotestualizzata, la risposta degli extracomunitari alle accuse avanzate dall’Anva di invasione del lungomare da parte dei venditori abusivi di origine extracomunitaria e napoletana, piaga conosciuta e mal sopportata dai tutti i salernitani.  Douda Niang (il secondo da sinistra nella foto), presidente dell’associazione dei senegalesi di Salerno, si scaglia contro l’Anva e contro la categoria dei giornalisti, definendo questi ultimi ‘falliti’ (evidentemente riferendosi a quelli che hanno ritenuto di dover riportare la denuncia dell’Anva). Niang scrive: “Prima di denunciare i venditori ambulanti fate un’autodenuncia. Noi sappiamo bene le cose come funzionano qui a Salerno… Per favore non mi fatte dire quello che non voglio dire ma tutti possono fare un comunicato stampa. Smettete di dire ‘abusivismo’, siete più abusivi di tutti quanti; per fare l’ambulante serve la licenza di ambulante e noi conosciamo tantissimi di vostri soci con bancarelle che non hanno la licenza di ambulante che abbiamo noi.  Venite a controllare: siamo tutti in regola con il permesso di soggiorno e la licenza ambulante. Poi la vostra associazione secondo me è abusiva perché è riservata esclusivamente agli ambulanti bianchi o italiani, se siete una associazione nazionale di venditori ambulanti non dovete difendere solo i bianchi perché, spero sapete, che gli ambulante sono più dei stranieri che bianchi o italiani. E voi ditemi per favore si avete soci stranieri nella vostra associazione. Non c’è nessuno straniero e la costituzione italiana non ammette la discriminazione che è un reato”.

Insomma, il rappresentante degli ambulanti extracomunitari non entra nel merito della illegale ed intollerabile (per la legge e la morale) presenza sul lungomare, accusa l’Anva di discriminazione e di condotte illecite, definisce i giornalisti ‘falliti’ e nulla dice circa l’origine dei prodotti di abbigliamento venduti sulle lenzuola distese per terra. L’impressione è che a Salerno occorra il ripristino sistematico e continuativo del principio di legalità.