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Ancora un premio prestigioso per il campano Mario Avagliano, di Cava de’ Tirreni, storico dell’Irsifar di Roma, responsabile delle Relazioni Esterne di Anas, giornalista del «Mattino» e del «Messaggero», direttore di «Cavanotizie.it», che si è aggiudicato la statuetta in bronzo della XVIII edizione del “Premio Pianeta Azzurro – I Protagonisti” di Fregene, sezione saggistica, per il suo ultimo libro “Dopoguerra. Gli italiani fra speranze e disillusioni (1945-1947)” (Il Mulino) e per la sua carriera di «esploratore» della Storia d’Italia. Un premio che negli anni scorsi è stato vinto da personalità del calibro di Nino Manfredi, Ettore Scola, Emmanuele F. M. Emanuele, Ennio Calabria, Lilli Gruber, Franco Mandelli, Carlo Lizzani, Giovanni Bollea, Annalisa Manduca, Luca Verdone, Igor Man, Milena Vukotic, Giovanni Pieraccini, Gianfranco Jannuzzo, Anna Kanakis e tanti altri. Avagliano in passato si è aggiudicato altri premi importanti con i suoi volumi, dal Fiuggi Storia al Premio Anpi Nazionale.
Ecco la motivazione del Premio:

MARIO AVAGLIANO – SAGGISTA E STORICO
Nella sua attività di saggista e storico, Mario Avagliano ha esplorato, da solo o in coppia con Marco Palmieri, con una sequenza di 14 libri, un periodo del Novecento – i dieci anni che vanno dal 1938 al 1948 – nevralgico, quello in cui l’Italia ha subito le più difficili prove, dalle tragedie della dittatura e della seconda guerra mondiale, con particolare riferimento al fascismo e alla Repubblica sociale Italiana, alla persecuzione razziale degli ebrei, alle vicende dell’armistizio dell’8 settembre 1943, agli internati militari, alla resistenza italiana, alla deportazione degli ebrei, dei politici e dei civili e, successivamente, allarga lo sguardo all’età della ricostruzione morale e materiale.
Particolarmente memorabile è il libro “Il Partigiano Montezemolo”, che mette sotto i riflettori le vicende di un grande eroe, fucilato alle Fosse Ardeatine.
La sua ultima opera, in tandem con Palmieri, “Dopoguerra – Gli italiani tra speranze e disillusioni” (edito da Il Mulino), è dedicata a un triennio frenetico, straordinario nelle sue luci e ombre, in cui l’Italia impara a liberarsi delle scorie della dittatura e a declinare le parole della libertà e della democrazia.
La Giuria del Premio “Pianeta Azzurro – I Protagonisti” ha apprezzato l’opera di Avagliano nella sua narrazione ampia, documentatissima, di straordinario impatto emotivo, corale, la quale controbilancia l’attuale storytelling banalizzante dei fatti e focalizza i valori che, all’epoca, contribuirono alla resurrezione di un Paese prostrato dai lutti, dalle macerie, dall’impoverimento della popolazione e del tessuto produttivo.

Nelle altre sezioni del Premio sono stati premiati il critico teatrale e docente universitario Gianfranco Bartolotta; il mecenate Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona; il creatore di eventi internazionali Marco Eugenio di Giandomenico; la giornalista del Tg1 Cinzia Fiorato; la giornalista de’ Il Messaggero Franca Giansoldati; lo scrittore e critico letterario Emanuele Trevi.
I vincitori hanno ricevuto a Fregene oggi la statuetta in bronzo, creata nell’89 dalla nota scultrice Alba Gonzales, in una partecipata cerimonia svoltasi presso il Centro Internazionale di Scultura Contemporanea, al Lungomare di Ponente 66/A.
La serata è stata condotta dall’attrice Pacifica Artuso. Intermezzi musicali sono stati cantati dalla soprano Silvia Pietrantonio, mentre l’attrice Barbara Amodio ha recitato poesie di Alda Merini e Pietro Metastasio.
“Trent’anni sembrano passati in un soffio – ha affermato la creatrice del Premio, Alba Gonzales – ma l’imprinting iniziale del Premio, ossia di voler insignire personalità di tanti settori della società che rendono il mondo più ricco e culturalmente elevato, che sin dall’inizio volemmo dargli, insieme con mio marito Giuseppe Pietrantonio, resta la stella polare mia e della Giuria che presiedo. Sono particolarmente orgogliosa del ventaglio di vincitori di quest’anno, ‘protagonisti’, com’è nel nome stesso del Premio, ed esempio per le giovani generazioni”.