- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Salerno – “Lo Stato concentri l’attenzione sulle precari condizioni in cui lavorano i bracciati agricoli e risponda alle esigenze dei datori di lavoro”. È l’appello che arriva dal vicepresidente nazionale e presidente provinciale dell’associazione italiana coltivatori, Donato Scaglione, sul dramma che migliaia di braccianti agricoli vivono nei campi di tutta Italia dove vengono sfruttati, sottopagati e costretti a lavorare sotto al sole cocente e nelle ore più calde delle giornate estive, fino a 12 ore al giorno.
Una situazione drammatica che ogni anno, fa aumentare il numero di morti sul lavoro. È il caso del bracciante agricolo deceduto qualche settimana fa, in Puglia, mentre stava lavorando nei campi, nelle ore di caldo torrido, alla raccolta di frutta e verdura destinata ai mercati e alle industrie italiane. Morte che ha spinto il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, ad emanare un’ordinanza di divieto di lavoro nei campi durante le ore molto calde.
Vicenda che preoccupa anche l’Aic, tanto da far intervenire Scaglione: “Si tratta di un problema che interessa tutte le regioni d’Italia a vocazione agricola e agroalimentare. Le stagioni – spiega Scaglione – dettano i tempi e il periodo di coltivazione e raccolta del prodotto, ma questo deve essere accompagnato sempre dall’ausilio della tecnologia e dalla tutela dell’ambiente, oltre che dalla tutela dei lavoratori.
Un ruolo negativo sulla salute umana – dice – è determinato proprio dai cambiamenti climatici repentini che negli ultimi anni hanno trasformato le stagioni, facendole diventare torride al punto tale da mettere a repentaglio la vita dei braccianti. Questi avvenimenti tristi-chiosa Scaglione-siano l’occasione per riflettere sulle conseguenze dei cambiamenti climatici e la necessità da parte di tutti, di invertire la rotta”.
Salute ma anche economia e lavoro, come sottolinea il vicepresidente Aic: “Non è normale – sottolinea – che un bracciante al momento della pensione, percepirà meno rispetto a chi invece, percepisce il reddito di cittadinanza.
A ciò però, sulla necessità di coniugare produttività, ambiente, diritti dei lavori, va necessariamente aggiunta la richiesta di effettuare, sui campi agricoli, maggiori controlli.
Non si sposti – chiosa Scaglione – l’attenzione solo su una delle parti: lavoratori o datori di lavoro senza tutelare i lavoratori dal punto di vista normativo-spiega il presidente provinciale Aic che ricorda le innumerevoli difficoltà in capo agli imprenditori agricoli. Le norme ci sono e vanno rispettate, ma non sono poche le responsabilità e le difficoltà che quotidianamente devono affrontare gli imprenditori agricoli. Serve attenzione maggiore verso tutti gli attori della filiera”.