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Buccino –  Chiedono che l’area industriale di Buccino resti distretto “industriale agro-alimentare” così come deliberato dal consiglio comunale che due anni fa, ne ha cambiato la destinazione urbanistica dell’area attraverso una variante al Puc, i cittadini che risiedono nelle vicinanze dell’area industriale, quest’ultima al centro di una battaglia giudiziaria del Comune volceiano contro la delocalizzazione delle fonderie Pisano nell’ex opificio industriale Metalli e Derivati.

Variante che, l’altro ieri, a seguito di un ricorso davanti ai giudici del Tar avanzato dalla proprietà delle fonderie Pisano, dalla società di rifiuti Buoneco e da altre otto aziende volceiane, contro il Comune di Buccino, è stata “annullata” così, come chiesto dagli imprenditori.  Secondo i togati infatti, nel cambio di destinazione urbanistico che avvenne dopo la pubblicazione di un bando Asi per l’assegnazione degli opifici industriali liberi a Buccino, ci fu un “eccesso di potere” da parte dell’amministrazione comunale tale da “pregiudicare le aspettative” degli industriali.

Preoccupati per quanto deciso dai giudici del Tar che hanno dato ragione alla tesi presentata dai legali degli industriali sulla  “illegittima della decisione di istituire un distretto agro-alimentare in una zona già vocata a una destinazione industriale”, i cittadini buccinesi residenti nella zona dello Scalo, a pochi metri della zona industriale.

 “Una notizia che arriva come una “bastonata” per il nostro territorio già ferito dall’inquinamento ambientale- spiega uno dei

residenti, Pasquale Russo. –È amareggiante-dice-vedere come non si tenga conto delle centinaia di piccole aziende agricole a conduzione familiare che circondano l’area industriale e della presenza di ben due industrie alimentari importanti operanti nella stessa zona industriale e che danno lavoro a migliaia di famiglie dell’intero comprensorio dei comuni della Valle del Sele, Tanagro e Alburni.

A noi-spiega-non bastano le rassicurazioni circa l’innovazione tecnologica degli impianti che di certo lo saranno ma il rischio-aggiunge Russo- è che con l’insediamento di opifici diversi dall’agroalimentare, con il passare del tempo, si comprometta la salubrità del territorio, oltre ad un grave danno economico che si arrecherebbe all’attuale indotto economico dove le tante industrie agroalimentari chiuderebbero i battenti.

Questo momento storico-sottolinea Russo, facendo riferimento all’emergenza sanitaria Covid-19- ci sta dimostrando chiaramente come sia essenziale l’indotto agricolo-alimentare nel mondo quale attività essenziale per la sopravvivenza umana e ciò-conclude il docente-rafforza la presenza sul territorio buccinese di questo tipo di aziende e industrie.

Per tutelare l’ambiente e tutelare i livelli occupazionali e lo sviluppo di un territorio ricco di biodiversità come il nostra-chiosa-diventa essenziale che l’area industriale di Buccino resti e si continui a sviluppare quale distretto industriale di tipo agro-alimentare. Non si può-conclude-non tenere conto dell’indirizzo agricolo-alimentare-artigianale dato unanimemente alla zona industriale dai componenti di maggioranza e opposizione del consiglio comunale di Buccino che rappresentano la massima espressione delle volontà del territorio e della gente”.