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Salerno – E’ un fiume in piena Sabino De Maio che sta ricostruendo pezzo per pezzo l’intera attività criminale dei sodalizi presenti nella Piana del Sele e in altre zone della provincia. Fatti e circostanze ben dettagliate, quelle contenute nei fascicoli delle dichiarazioni in possesso della Procura di Salerno. Ieri il pubblico Ministero Marco Colamonici in apertura dell’udienza preliminare a carico degli oltre 90 indagati a seguito del blitz “Omnia”, ha depositato agli atti nuove rivelazioni fatte dal collaboratore di giustizia. Oltre agli indagati presenti nell’aula di Corte di Assise e di Appello, dinanzi al Gup Indinnimeo, collegati in videoconferenza vi erano anche Sabino De Maio ed altri due collaboratori di giustizia: Paolo Podeia e Lucia De Sio. Questi ultimi, da diverso tempo sono entrati a far parte del sistema centrale di polizia.  A seguito del deposito agli atti delle nuove dichiarazioni di Sabino de Maio, il magistrato ha aggiornato l’udienza al prossimo 30 ottobre nell’aula bunker di Fuorni. Estorsioni, controllo dei trasporti su gomma di prodotti agricoli, gestione delle piazze dello spaccio, e ancora clan Pecoraro-Renna e suoi referenti sul territorio sono solo alcuni degli argomenti trattati nelle oltre settanta pagine messe agli atti ieri. E. così come accaduto per altri procedimenti in corso anche in questo fascicolo compaiono numerosi omissis che dovrebbero essere svelati nelle prossime settimane.  Il clan Pecoraro-Renna, secondo quanto affermato a Sabino De Maio, continuava ad operare sul territorio della Piana del Sele. Francesco Pecoraro imponeva ancora il suo volere attraverso la moglie Cinzia Rizzo. Lei era “intermediaria tra il marito detenuto ed il nostro gruppo, anche nella individuazione  delle strategie criminali e dei soggetti da colpire, nonché colei alla quale, nel corso del tempo ho riversato parte dei soldi dell’attività criminale compiuta dal gruppo Pecoraro da me diretto”.Un linguaggio chiaro e preciso quello utilizzato da De Maio che spiega con dovizia di particolari anche gli attentati ai danni di alcuni imprenditori. In tre ieri si sono costituiti parte civile nel procedimento in corso. Parlando della gambizzazione ai danni di Alessandro Cataldo, De Maio spiega “La sua gambizzazione fu ideata e disposta da me, Ciccio Mogavero, Enrico Bisogni e Sergio Bisogni nel corso di un incontro tenutosi sul piazzale dove Sergio Bisogni ha i camion della sua ditta di traslochi….. La gambizzazione commissionata da noi fu materialmente perpetrata a bordo di un motorino di provenienza furtiva, poi abbandonato a Campigliano nei pressi di un cementificio. Fu utilizzata una pistola calibro 7,65 con silenziatore. Quando demmo ‘incarico agli esecutori non sapevamo quando sarebbe avvenuto il delitto”.