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Un futuro prossimo venturo promette un altro concorso pasticciato (al pari di tanti  altri, se non di più) dalle consuete aspettative di chi ambisce a partecipare, dalle consuete aspettative di chi vi ha partecipato, dalla distanza che inevitabilmente andrà a collocarsi tra un vincitore  e l’altro, dalla irriducibile resistenza degli idonei segregati in graduatorie (con o senza riserva) che non scorreranno mai, quando non periscono sotto  l’accetta della cancellazione degli iscritti, come già accaduto in un concorso per docenti di scuole  primarie di I e di II grado. Il pasticcio in oggetto  investe il concorso a 754 posti di allievo agente del Corpo di polizia penitenziaria, maschile e femminile, pubblicato in G. U.,  n. 18 del 5 marzo 2019 – IV serie speciale, modificato, in aumento, a 938 posti, in data 12 novembre 2019.  Numeri irrisori, soprattutto in tempi di una pandemia minacciosa per i detenuti e non meno minacciosa per chi doveva mantenerne la calma ed evitare l’evasione”. Lo afferma in una nota la deputata di Forza Italia, Marzia Ferraioli, componente della Commissione Giustizia della Camera. “Se si tiene conto – spiega – del pensionamento imminente che coprirà, in adeguamento a quanto si è deciso dalle ultime scelte normative in termini di collocamento in pensione, i “938 coraggiosi” dovranno necessariamente avvalersi del sostegno di numeri di ben diversa entità. Visti i pensionamenti pregressi, gli attuali e gli imminenti, occorrerebbero, già da ora, almeno 10.000 unità. Ma sarà possibile raggiungere livelli di questo spessore, con bandi inadeguati alle necessità delle carceri? O si vuole che anche questo concorso si alimenti di aspettative non soddisfatte e, per l’effetto, si adagi, a cose fatte, sulla  solita inefficienza che inevitabilmente segue alla  solita insufficienza? Temo che anche questo concorso sarà causa e ragione di  un altro bando di omologa dimensione, a sua volta causa e ragione di altri, ulteriori, concorsi..E via così…” Un Paese che viaggia di bando in bando… da un concorso all’ altro … (e, come spesso capita , anche da un ricorso all’altro) sarà sempre oscillante tra il dire e il fare ma pur sempre  capace di alimentare attese interminabili e la terribile ignavia delle delusioni“, conclude.