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di Gigi Caliulo

Nel giorno in cui le ruspe hanno ufficialmente iniziato l’opera di demolizione e definitiva cancellazione del vecchio campo Volpe e soprattutto del PalaTulimieri che – vale la pena rammentarlo ai pochi meno attenti – era l’unica struttura “prossima” ad una specie di palasport in un capoluogo, forse l’unico d’Italia, a non avere un Palazzetto arriva anche il fatidico – o l’ennesimo – appuntamento con le grandi opere a cura dell’assessorato ai Plastici del Comune di Salerno.
Che, tra le “vele” emiratine di Piazza della Concordia, un paio di fronti del mare e una manciata di PalaSalerno a un tanto al chilo, potrà vantare da oggi anche un altro Stadio Arechi. Il terzo, andando a memoria, presentato negli ultimi anni.
Un’opera che già di base rappresenta una singolare anomalia, ché non si comprende per quale ragione uno stadio comunale (la cui “proprietà pubblica” è stata difesa con i denti da facenti funzioni e padroni di fatto di casa) dovrebbe essere ristrutturato, pardon ricostruito a spese della Regione. O forse sì, si capisce fin troppo bene.
Il nuovo, vecchio Arechi (lo stesso progetto, che poi è quello dello stadio del Metz – ha anche gli stessi colori sociali – venne presentato un paio di anni fa) costerà 120 milioni di euro e per realizzarlo la Salernitana dovrebbe abbandonare l’attuale struttura per emigrare – temporaneamente – nel “nuovo” Volpe, che sorgerà accanto al “nuovo” PalaTulimieri. Tutto nuovo. Talmente nuovo da essere ancora un’idea: magari più facile da portare a termine con la Salernitana ripiombata in serie C. Una squadra in massima serie costretta a disputare i propri incontri in uno stadio giocattolo non sarebbe stato abbastanza straordinario, men che meno europeo.
Dunque aspettiamo, ancora una volta, che alle presentazioni ed ai rendering in salsa elettorale facciano seguito, per una volta, almeno i precompressi del temporary stadium che dovrà ospitare le partite dei granata. Il quando è un apostrofo rosa tra le prossime regionali e la reale conclusione dei lavori.