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La sentenza ha ridotto  gli anni di reclusione che erano stati inflitti in primo grado. In particolare, i giudici del secondo grado hanno rideterminato le pene in cinque anni di reclusione capostipite Roberto Senatore (in primo grado era stato condannato ad 8 anni);  4 anni e due mesi per i figli Alfonso Senatore e Ivan Senatore (in primo grado erano stati condannati a 6 anni e 4 mesi);  quattro anni di reclusione per il terzogenito Christian Senatore (in primo grado cinque anni e dieci mesi); due anni di reclusione a Alessio Salsano (in primo grado 6 anni e quattro mesi). Per quest’ultimo sono decadute anche alcune aggravanti. Secondo le accuse formulate dalla procura la famiglia di Dragonea, che si vantava di avere forti amicizie con la ‘mala’ dell’Agro, è un’associazione camorristica dedita a estorsioni, rapine e minacce aggravate dal metodo mafioso. Per la procura antimafia di Salerno, i Senatore avevano agito impuniti per quasi due anni, fra aprile 2013 e dicembre 2014. A questo periodo si riferiscono le indagini che hanno portato alla luce più episodi delittuosi in danno di operatori economici. Tra le persone raggiunte dalla richiesta del “pizzo” comparivano alcuni commercianti di Dragonea e imprenditori che operano in settori diversi. Facendo leva su alcuni rapporti di parentela, come quella di un congiunto già condannato nel 2008 per aver costituito e diretto un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, operante a Scafati e in altri comuni della provincia di Salerno nel periodo dal 2001 al 2003.

Pina Ferro