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Salerno – Spaccio di droga gestiti da Ciro Marigliano senior: 40 persone a settembre compariranno dinanzi ai giudici della terza sezione penale del tribunale di Salerno. Il giudice per le udienze preliminari Dontella Mancini ha rinviato a giudizio tutti i partecipanti al sodalizio criminale smantellato lo scorso 24 novembre dai carabinieri del comando provinciale di Salerno a conclusione di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia affidata al sostituto procuratore Vincenzo Montemurro.

L’attività investigativa prese il via la sera del 14 settembre del 2014 a seguito del ferimento di Armando Mastrogiovanni, avvenuto dinanzi al Sea Garden. All’indirizzo di Mastrogiovanni furono esplosi sei colpi di arma da fuoco. A seguito di indagini fu individuato e arrestato Costabile Verrone. Alla base del gesto vi erano vecchi rancori. Quello fu il primo tassello di un puzzle che pian piano è stato composto e che ha portato i carabinieri a far emergere la piazza di spaccio nella zona orientale della città. All’epoca l’episodio destò molto scalpore. Il fatto consumatosi dinanzi al Sea Garden di Salerno in primo momento fece pensare ad un avvertimento o un litigio per motivi passionali. Le successive indagini poi hanno fatto emergere la rete di spaccio. Le indagini portarono ad accertare in luce l’esistenza di due gruppi criminali, strettamente legati a Ciro Marigliano junior e a Luigi Natella. All’apice dell’organizzazione non c’erano, però, Marigliano junior e Natella. Loro erano un gradino sotto “zio Ciro”, cioè Ciro Marigliano senior, esponente di spicco della criminalità organizzata. Era lui l’apice dell’intera rete di spaccio. Durante le perquisizioni, furono rinvenuti vari tipi di stupefacente: marijuana, eroina, cocaina, mannite. La droga, dopo essere stata acquistata nell’hinterland di Napoli, veniva tagliata e suddivisa in dosi all’interno di baracche nella periferia salernitana, per poi essere smerciata in città.

Le indagini dei carabinieri di Salerno hanno documentarono  anche la disponibilità di armi, utilizzate per sparatorie a scopo intimidatorio, e l’intestazione fittizia, a favore di due incensurati, delle quote di una società che gestisce un bar di Salerno, il “Melany Caffè“, al Corso Garibaldi, riconducibili al capo dei due gruppi, per agevolare la ricettazione ed il riciclaggio.